Michel Platini e la Juventus di oggi: «Non mi hanno mai chiamato. La SuperLega? Si farà»
Michel Platini oggi guarda le partite e basta. Ma se si annoia dopo dieci minuti cambia canale. Il fuoriclasse che ha segnato la storia della Juventus e della Francia ha superato la vicenda giudiziaria «con l’idea che fosse un complotto per farmi fuori». Oggi dice a La Stampa che chi lo ha sostituito «non sa nulla di calcio». E si sente vecchio: «Mi piacerebbe mettermi a disposizione di qualcuno che la pensi come me». Fa sapere a Paolo Brusorio che la SuperLega «prima o poi si farà, ma non così. E non mi faccia dire altro». E dice che Carlo Ancelotti e Pep Guardiola sono i suoi allenatori preferiti. Insieme all’Ajax di Cruiff e al Barcellona tra le squadre spartiacque del calcio inserisce la sua Juventus con Giovanni Trapattoni allenatore. Una squadra che avrebbe potuto vincere tre coppe dei campioni.
L’addio al calcio
Torna a parlare del suo traumatico addio al calcio a soli 32 anni: «Non avrei smesso a 32 anni se fossero esistiti ancora i Cosmos. Ecco, un’esperienza negli Stati Uniti l’avrei fatta volentieri, l’Avvocato aveva degli ottimi rapporti con loro. Purtroppo stavano scomparendo e non se ne fece nulla. Mi voleva il Barcellona, mi chiesero di restare alla Juve ma io sentivo di non farcela più in quel ruolo. Una volta con la Samp sono partito su un pallone con 5 metri di vantaggio e mi sono ritrovato staccato di 5 metri dal difensore. Avrei potuto arretrare ma io giocavo per fare goal. Per questo lasciai». E fa sapere che la Juve non gli ha mai offerto un ruolo da dirigente: «Tornare qui dopo oltre trent’anni non avrebbe avuto più senso. Di quel mondo non ci sarebbe stato più nessuno. Le storie d’amore non si vivono due volte». Del calcio di oggi non gli piace la Var: «Ha solo spostato il problema, ha fatto di ogni tocco un fallo, l’interpretazione la si dà sul campo, non davanti a uno schermo. La applicherei solo alla gol line technology e al fuorigioco. Così sta uccidendo gli arbitri, sono molto più scarsi di prima. Ma non si tornerà più indietro, l’avevo detto a Blatter anni fa. Finiremo a giocare senza arbitri e come ai primordi del calcio».
Quanto varrebbe oggi
Dice che oggi non c’è un giocatore che gli somigli: «Non me lo sono mai chiesto, ma credo di no. Non c’è più il mio ruolo, io coprivo sessanta metri per segnare. Maradona, De Bruyne, Messi sono dei nove e mezzo». E non sa dire quanto varrebbe oggi un Platini: «Sicuro che avrei giocato a pallone ora? Da bambino il mio era un sogno, ora ti mettono in un centro di formazione con quelli che si scannano per diventare famosi. Non so se a 11 anni sarei stato pronto a farlo. Anzi, lo so. Quel bambino non ci sarebbe andato e suo papà non ce l’avrebbe portato».
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