Usa, trova a casa del padre reperti della Magna Grecia comprati a Napoli e li restituisce: il pentimento di un ingegnere
Per anni ha conservato artefatti italiani, ma ha deciso di restituirli all’Italia dopo aver letto di un suo connazionale che aveva fatto la stessa cosa con le opere d’arte che possedeva, dato che probabilmente erano state trafugate. È la storia di Jay Stanley, residente nella cittadina californiana di Ben Lomond che al nostro Paese ha restituito vasi e statuette risalenti a un periodo che va dal VI al III secolo avanti Cristo. Non si ricordava nemmeno di averli, ma Stanley ha rinvenuto i reperti in un mobile a casa del padre, deceduto lo scorso ottobre. La vista dei manufatti storici gli ha riportato alla mente il periodo della sua infanzia vissuto in Italia. Per 10 anni, infatti, Stanley ha abitato a Napoli, dove il padre lavorava come insegnante di musica e la madre come bibliotecaria. L’uomo ora è un ingegnere informatico e sostiene di non ricordare dove i reperti sono stati acquistati dai suoi genitori, ma suggerisce che possano averli trovati a un mercatino di strada del capoluogo campano.
Le analisi
Resosi conto che le opere d’arte potrebbero provenire da scavi illegali, o addirittura essere state trafugate, dato che non hanno un registro archeologico. A quel punto, ha sentito il dovere legale e morale di restituirli. Non solo all’Italia, ma anche alla Grecia, a Cipro, e al Pakistan. Ovvero i rispettivi Paesi di provenienza indicatigli dal professore di archeologia dell’Università di Cambridge Christos Tsirogiannis. Lo stesso di cui aveva letto nei casi simili al suo riportati dal Guardian. In 17 anni di carriera, Tsirogiannis ha identificato 1.663 oggetti trafugati che era stati messi all’asta. La maggior parte degli oggetti restituiti all’Italia è di manifattura greca, risalente al periodo in cui i greci popolavano il Meridione.
La restituzione
«La mia coscienza ora è pulita, ed è la miglior ricompensa che potrei ricevere», ha dichiarato Stanley. Mio padre sarebbe completamente d’accordo – ha aggiunto – sono sicuro che non si era reso conto di quanto antichi fossero questi manufatti. Sono rimasto sorpreso quando il professor Tsirogiannis mi ha detto che hanno 3 mila anni. Per questo Stanley ha deciso di portare i reperti all’ambasciata italiana di Washington, dove il loro stato di conservazione è stato esaminato così come la provenienza. Verranno presto spediti in Italia. Si tratta del secondo rimpatrio dagli Usa in pochi mesi.
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