Il discorso di Putin: «Popolo ucraino ostaggio dei piani dell’Occidente. Contro di noi una vera guerra»
Il presidente russo Vladimir Putin ha presieduto la parata del Giorno della Vittoria, per commemorare la fine della seconda guerra mondiale in Europa. Parlando all’inizio delle celebrazioni del 9 maggio, Putin ha dichiarato che il mondo si trova a un «punto chiave di svolta» e parlando ai soldati e agli spettatori, ha ricordato il ruolo della Russia nella vittoria sulla Germania nazista, e sottolineato che Mosca «sta combattendo per il proprio futuro». Putin ha accusato quelle che ha definito «élite globaliste occidentali» di «seminare odio, russofobia, nazionalismo aggressivo» e di distruggere «i valori familiari e tradizionali». Frasi che, sin dall’inizio dell’offensiva iniziata nel febbraio 2022 contro l’Ucraina, il presidente russo ha usato con molta frequenza. Le celebrazioni di quest’anno si sono svolte con meno sfarzo rispetto agli anni scorsi, ed erano presenti alcuni leader degli ex stati stati sovietici, tra cui Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Bielorussia, Turkmenistan e l’Armenia, a voler sottolineare come di quanta influenza abbia ancora il Cremlino nelle regioni dell’Asia centrale e in altri Paesi vicini alla Russia. Una commemorazione che avviene sullo sfondo dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, e che progressivamente ha isolato Mosca tra condanne e sanzioni, oltre all’emissione di un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale dell’Aja nei confronti dello stesso Putin.
Il discorso integrale di Putin
Cari cittadini della Russia,
cari veterani, compagni soldati e marinai, sergenti e tenenti colonnello,
sottotenenti e sottoufficiali, compagni ufficiali, generali e ammiragli,
combattenti e capitani dell’operazione dell’Operazione speciale militare,
buona Giornata della Vittoria.
Una festa in ordine dei nostri padri, dei nostri nonni, dei nostri avi,
che hanno onorato e consegnato alla storia i loro nomi difendendo la nostra patria.
Un prezzo impagabile, di grandissimo coraggio eroismo con cui hanno salvato le nostre vite del nazismo. Oggi la civiltà mondiale si trova di nuovo a cavallo di un momento decisivo: è in corso una vera e propria guerra. Noi abbiamo dato una risposta al terrorismo internazionale, abbiamo difeso gli abitanti del Donbass, e garantito la nostra sicurezza. Per noi, per la Russia non ci sono dei popoli ostili né in Occidente né in Oriente. La stragrande maggioranza delle persone vuole vedere un un futuro libero, pacifico e stabile. Pensiamo che qualsiasi tipo di ideologia di dominio, per natura, sia da respingere e che porti solamente sofferenze e morte.Ma ma alcune élite continuano a parlare della loro esclusività: non fanno altro che dividere le società mondiali e provocano conflitti sanguinosi e colpi di stato, russofobia, odio e nazionalismo aggressivo, distruggendo anche i valori tradizionali familiari che rendono una persona tale. Tutto questo per portare avanti i loro diktat e imporre la loro volontà, i loro diritti, le loro regole alle persone, sfruttando in realtà pressioni e violenza. Sembra che abbiano dimenticato cosa hanno portato le gesta naziste quasi un secolo, hanno dimenticato chi ha messo fine a questo dolore a questa bestia bruna, liberando i popoli europei.
Vediamo come per una serie di Paesi, senza alcun tipo di vergogna, vengono distrutti memoriali dei soldati sovietici, dei grandi comandante e viene creato un culto del nazismo e della violenza, mentre la memoria dell’autentico eroismo viene messo da parte. Un’aggressività tale e una sfrontatezza tale è un reato: questo revanchismo da parte di chi in maniera cinica ha provato a attaccare il nostro paese, chi ha dato vita alla feccia nazista in tutto il mondo. E qui non c’è nulla di nuovo: il loro obiettivo è quello di riuscire a strappare e dividere in due il nostro Paese, rompere il sistema e l’architettura di sicurezza del mondo e il diritto internazionale e soffocare qualsiasi centro di sviluppo sovrano.
E queste ambizioni non potranno fare altro che finire una tragedia: è questo il motivo della catastrofe che sta vivendo il popolo ucraino, ostaggio di un colpo di Stato che ha dato vita a un regime di delinquenti. La moneta di scambio è diventato il popolo ucraino. Per noi, per la Russia, il ricordo dei difensori della nostra patria e sacro e lo teniamo nei nostri cuori e rendiamo omaggio a chi partecipa alla resistenza e che ha partecipato alla resistenza in quegli anni e combattenti, anche delle armate americane e britanniche, che ci ricordiamo e commemoriamo anche chi ha perso la vita per chi ha perso la vita contro il militarismo giapponese. Sono convinto che la sua esperienza di solidarietà e di partenariato in questi anni di guerra è un nostro patrimonio che non ha valore: proprio in questo momento, quando prende forza un movimento e che porta a un mondo multipolare, fondato su principi di fiducia e di libero sviluppo di tutti i Paesi e di tutte le popolazioni del pianeta.
È molto importante il fatto che qui oggi a Mosca siano venuti anche è i leader del Csi: dal questo punto di vista, dal mio punto di vista, questo è un rispetto delle gesta eroiche del nostre persone che insieme alle loro persone hanno sconfitto il nemico. Tutte le popolazioni dell’Unione Sovietica hanno dato un contributo importante alla guerra. E ce ne ricordiamo e ci inchiniamo di fronte alla memoria eterna di quelli che hanno perso la vita a causa della guerra, alla memoria dei figli e delle figlie, dei padri, delle madri, dei nonni, dei mariti, delle mogli, dei fratelli e delle sorelle delle persone vicine e degli amici. Inizia ora un minuto di silenzio.
Cari cittadini della Russia, le lotte che decidono decidono il futuro la nostra patria sono sempre state e diventate sacre per la nostra popolazione: siamo fedeli agli nostri antenati e capiamo molto bene cosa significhi essere degni nel coraggio, nel valore militare e morale. Noi siamo orgogliosi dei partecipanti all’Operazione militare speciale e di tutti quelli che sono in questo momento al fronte e che sotto il fuoco del nemico difende e cura i feriti: non c’è cosa più importante al momento del vostro lavoro in questo momento. Siete voi che siete responsabili delle difese del nostro Paese, della sicurezza, del futuro della statalità del nostro Paese. Il vostro è l’onore che state portando avanti nel vostro compito militare: difendete la Russia. Dietro di voi ci sono le vostre famiglie, i vostri figli, i vostri amici che vi stanno aspettando e sono sicuro che voi state sentendo avvertendo il loro amore sconfinato. Tutto il paese è unito e coeso intorno a voi per sostenere i propri eroi. Sono tutti disposti ad aiutarvi e pregano per voi.
Cari compagni, cari veterani e amici, oggi in ogni famiglia russa sentiamo veramente il ricordo dei propri cari, dei propri eroi: vengono deposti fiori di fronte ai monumenti commemorativi. Siamo qui con voi sulla piazza Rossa, in una terra che si ricorda Yuri Dolgoruky e Dmitry Donskoy, i miliziani di Minin e di Pozharsky, Kutuzov e Pietro il Grande, e la parata che ricorda gli anni dal 1941 al 1945. Quest’oggi ci sono qui con i partecipanti all’Operazione militare speciale, ci sono soldati e valorose persone che vengono anche dai corpi di Lugansk e Donetsk: tantissime formazioni volontarie partecipanti alla Guardia nazionale, alle Forze speciali russe e altre sottodivisioni delle nostre forze armate dell’ordine.
Vi do il benvenuto cari amici, e do il benvenuto a tutti quelli che stanno difendendo a casa propria la Russia che si trova in questo momento sul fronte. Negli anni della grande guerra patriottica i nostri antenati eroici hanno dimostrato che non c’è nulla di più forte e più unito della nostra unità e coesione. Nel mondo non c’è nulla di superiore all’amore che abbiamo noi per la nostra patria. Per la Russia, per le forze armate valorose, per la vittoria: Urrà.
Leggi anche:
- 9 maggio, la parata della vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca. Il discorso di Putin: «C’è una guerra contro di noi» – Il video
- Il messaggio di Putin per l’anniversario della sconfitta del Terzo Reich: «Opponiamoci agli attuali eredi ideologici»
- Droni contro il Cremlino, l’accusa del portavoce di Putin: «Deciso dagli Usa». La Casa Bianca nega: «Mosca mente»