In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
POLITICAGoverno MeloniGuardia di Finanza

GdF, il saluto di Zafarana: interim ad Andrea De Gennaro, ma i tempi della nomina definitiva si allungano (e lui si rafforza)

09 Maggio 2023 - 17:42 Sara Menafra
Giuseppe Zafarana lascia la guida delle fiamme gialle e arriva ad Eni. Aperta la partita per la successione: per ora il tema non è nell'agenda del prossimo Consiglio dei ministri

L’addio del generale Giuseppe Zafarana alla guida della Guardia di finanza è arrivato (la cerimonia è iniziata oggi 9 maggio alle 17 in punto) mentre la vicenda della nomina del suo successore non è chiusa e anzi i tempi si allungano. Dopo quello che tutti raccontano come un vero e proprio scontro, con tanto di voci alzate e parole pesanti, tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano andato in scena allo scorso consiglio dei ministri, c’è stato il tempo per raffreddare gli animi ma non quello per prendere una decisione definitiva. Zafarana (che tra l’altro giusto ieri è convolato a nozze) doveva assolutamente lasciare le fiamme gialle oggi perché domani si riunisce l’assemblea dei soci di Eni, partecipata di cui è stato nominato presidente. Al suo posto per il momento va dunque il vice vicario, Andrea De Gennaro che poi è uno dei candidati più quotati per la successione effettiva. Lasciando il Corpo, oggi pomeriggio, Zafarana ha fatto un saluto molto commosso e accorato puntando, tra l’altro, sulla «vocazione sociale» della Guardia di finanza «che si rispecchia nel nostro impegno verso una contribuzione più giusta più equa e più solidale».

Lo scontro allo scorso consiglio dei ministri

A portare il nome alla premier Meloni sarebbe stato Alfredo Mantovano e tra gli elementi che avrebbero pesato sulla scelta c’è anche il sostegno del fratello maggiore ed ex capo prima della Polizia e quindi dei Servizi segreti, Gianni De Gennaro. Il nome è sostenuto anche da un tessitore di relazioni proveniente dalla sinistra ma sempre più ascoltato a destra come Luciano Violante e, inizialmente, aveva dato un primo sì, salvo poi esprimere qualche dubbio, anche il ministro competente, Giancarlo Giorgetti. Ad interessarsi al dossier è stato molto il ministro che deve dare un nulla osta di peso, Guido Crosetto. Soprattutto da lui è venuto il pressing a favore di Umberto Sirico, comandante dei Reparti speciali della finanza, considerato molto in continuità con il predecessore. Giovedì scorso la discussione si è fatta accesa e il dossier è stato rimandato alla prossima volta. Che difficilmente, però, sarà questo giovedì.

Dossier GdF rinviato

A quanto risulta ad Open, almeno per il momento, la nomina del comandante a questo punto viene congelata almeno fino alla prossima settimana. Per mille motivi, inclusa una sorta di garbo nei confronti di Andrea De Gennaro che oggi prenderà il ruolo, sebbene in modo temporaneo, e soprattutto, il fatto che Giorgetti non può rimandare il viaggio a Bruxelles. Se l’incontro deve essere chiarificatore, dunque, dovranno essere presenti tutti gli interessati. Nel frattempo, la valutazione dei candidati papabili prosegue. Com’è stato scritto più volte i nomi che hanno le carte in regola per aspirare all’incarico sono moltissimi, addirittura quattordici, divisi in almeno tre schieramenti (anche se spesso si parla di sfumature per militari che hanno spesso poco spazio per esprimere le proprie idee), tra “continuisti”, “di cambiamento”, “outsider” e una quarta categoria di giovani in ascesa. I più vicini a Zafarana sarebbero dunque Greco e Carbone, oltre a Sirico, profili in discontinuità sono invece Carrarini, Gibilaro e Cuneo, oltre a De Gennaro. Outsider vengono considerati Lopez, Buratti (anche se c’è chi segnala il generale vicino all’uscente) e Lo Russo e tra i giovani in ascesa si segnala in particolare Augelli. Sebbene la rosa sia ampia, da più parti confermano che la sfida rimarrà limitata ai due attuali sfidanti, quindi o Andrea De Gennaro o Umberto Sirico, senza scomodare un terzo nome che potrebbe creare ulteriori scontenti.

L’interim a De Gennaro

Il periodo di interim certamente non indebolisce l’attuale numero due della finanza. Molto difficilmente nella storia delle forze armate un interim non è stato confermato (anche se ce ne sono stati pochi) ma è vero che l’eredità di Zafarana è di quelle pesanti: il suo percorso è stato molto apprezzato, anche in modo trasversale, e quindi Giorgetti e Crosetto possono ancora puntare sull’importanza della continuità. Ha un peso il rapporto della politica con il fratello maggiore, Gianni De Gennaro che, secondo alcuni, ha avuto un ruolo anche nell’attesa scelta del successore del capo della Polizia Lamberto Giannini, sebbene Vittorio Pisani – nome ormai dato per acquisito – sia di un’altra generazione (e infatti secondo altre voci questo legame non esiste se non per la mediazione del compianto predecessore di Gabrielli, Antonio Manganelli). Potrebbe avere un peso, infine, il tema dell’età del candidato in un senso e nell’altro. Andrea De Gennaro diventa “pensionabile” a dicembre del 2024: il governo può decidere di confermarlo per l’intero triennio anche se questa norma finora non è mai stata applicata. L’esistenza di una scadenza che al più tardi arriverà nel 2026, quindi a metà mandato per Meloni, può essere una buona notizia perché permette di cambiare a metà mandato dell’attuale governo. Ma è anche vero che recentemente si è sempre seguita la consuetudine di dare l’incarico a chi ha un triennio davanti prima dell’età della pensione.

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti