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Il grafico del rapporto IPCC mostrato da Prestininzi a Piazzapulita riguarda gli eventi estremi

Nel suo intervento, Prestininzi parla di precipitazioni in generale senza riportare a quale parte del rapporto appartenga il grafico

In un recente episodio di PiazzaPulita su La7 si è assistito ad un acceso scontro tra il geologo Alberto Prestininzi e l’attivista Chloe Bertini, rappresentante di Ultima generazione. La tensione era già palpabile in studio quando Bertini si è confrontata col vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo. Durante la discussione, Bertini ha deciso di abbandonare lo studio, affermando che era indecente continuare a discutere del loro lavoro mentre l’emergenza climatica è ormai una realtà e il 99% e della comunità scientifica sostiene che sia causata dall’uomo. Un evento scatenato dalla citazione da parte di Prestininzi di un dato che secondo lui sarebbe presente nel rapporto dell’IPCC sulle precipitazioni.

Per chi ha fretta:

  • Prestininzi cita il report di IPCC e mostra un grafico per parlare della piovosità negli ultimi 30anni.
  • Il grafico e il relativo capitolo del report riguarda le «Heavy Precipitation», ossia le forti precipitazioni, non delle precipitazioni in generale.
  • Sì, il 99% degli scienziati che hanno pubblicato studi sul clima riconoscono che i cambiamenti climatici sono reali e che noi siamo responsabili.

Analisi

Ecco uno dei post dove viene condiviso l’intervento di Prestininzi:

Riportiamo la trascrizione dell’intervento di Prestininzi mentre parlare del report IPCC:

Questa è la pagina 1560 del rapporto annuale IPCC dove i vertici della IPCC, che sono degli economisti, utilizzano i cosiddetti scienziati per avere i dati. Hanno lanciato nel mondo una ricerca per misurare cosa sta accadendo negli ultimi 30 anni sulla piovosità. Quindi hanno analizzato 9000 stazioni pluviometriche. Gli scienziati hanno risposto che su 9000 stazioni pluviometriche in tutto il mondo ben il 95% è stazionario.

C’è chi insinua che Bertini e La7 avrebbero cercato di non far dire a Prestininzi quel che l’IPCC avrebbe riportato sulle precipitazioni negli ultimi 30 anni, ovvero che «la piovosità monitorata da 9.000 stazioni negli ultimi 30anni è stazionaria».

Nel capitolo 11 del report in oggetto, intitolato «Eventi meteorologici e climatici estremi in un clima che cambia», possiamo leggere quanto segue:

In sintesi, la frequenza e l’intensità delle forti precipitazioni sono probabilmente aumentate su scala globale nella maggior parte delle regioni terrestri con una buona copertura osservativa. Dal 1950, la quantità massima annuale di precipitazioni che cade in un giorno, o in cinque giorni consecutivi, è probabilmente aumentata nelle regioni terrestri con sufficiente copertura osservativa per la valutazione, con aumenti in più regioni rispetto alle diminuzioni. Le forti precipitazioni sono probabilmente aumentate su scala continentale in tre continenti (Nord America, Europa e Asia) dove i dati osservativi sono più abbondanti. C’è una confidenza molto bassa sui cambiamenti nelle precipitazioni estreme infragiornaliere a causa del numero limitato di studi e dei dati disponibili.

Si parla proprio di dati raccolti attraverso «8345 stazioni con dati sufficienti». Il tema trattato dal grafico e dal capitolo riguarda le «Heavy Precipitation» nel capitolo 11.4.2 «Observed Trends», non delle precipitazioni in generale come pare faccia intendere Prestininzi durante il suo intervento a Piazzapulita.

Nel capitolo 11.4.5 vengono riportate le previsioni del report in merito alle forti precipitazioni, ritenendo che sia molto probabile che tali eventi saranno più frequenti e più intensi: «In summary, heavy precipitation will generally become more frequent and more intense with additional global warming».

Il capitolo 11 prosegue con altre voci, come le alluvioni e la siccità, tutti eventi considerati estremi.

Cambiamenti climatici e responsabilità umana

Pur ascoltando le posizioni di Prestininzi (geologo, cofirmatario di una lettera che nega il cambiamento climatico) il 99% degli scienziati che in tutti questi anni hanno studiato i cambiamenti climatici sono concordi sul fatto che siano causati dall’attività umana.

I grafici sono inequivocabili: si può notare un’impennata senza precedenti rispetto alle variazioni del passato, anche tenendo conto del caldo anomalo a Roma. Coloro che negano hanno ricordando l’impresa di Annibale che valicò le Alpi con gli elefanti (ne parliamo qui e qui). Tuttavia, è importante sottolineare che il riscaldamento globale sta avvenendo in modo repentino e su scala mondiale, a differenza dei riscaldamenti e raffreddamenti locali che avvengono in momenti e regioni diversi. Inoltre, l’esempio di Annibale e del caldo romano viene spesso citato in maniera distorta: gli storici ci fanno capire che in realtà faceva più freddo, e che gli elefanti passavano per ghiacciai che oggi non esistono più.

Dal 1850 in poi, abbiamo assistito ad un notevole incremento delle temperature, più veloce di quanto si pensasse. Questo è un dato che emerge chiaramente dai grafici e che è strettamente correlato alla massiccia emissione di gas serra, senza che vi sia una relazione evidente con gli altri fattori che determinano i cicli climatici come l’orbita terrestre, l’attività solare, i vulcani, la deforestazione, l’ozono e altri tipi di inquinamento atmosferico. Negli studi di attribuzione si quantificano i vari fattori che possono essere responsabili del cambiamento climatico, e si vede come solo l’emissione di gas serra derivanti dalle attività umane riesca a spiegare l’attuale riscaldamento globale. Dietro all’evidente correlazione che si vede nei grafici, c’è quindi una quantificazione dei fattori e una solida fisica che ne spiega i meccanismi.

Chi ha paura del buio? | Il riscaldamento globale attuale a confronto con il caldo romano e quello medievale.

Come abbiamo calcolato quel 99% di consenso?

Il consenso tra i climatologi sul cambiamento climatico è stato oggetto di numerosi studi e ricerche. Uno dei più noti è quello condotto da John Cook et al e pubblicato su Environmental Research nel 2016, che ha analizzato un campione di oltre 2400 paper e ha rilevato un consenso del 97% tra i climatologi sull’esistenza del cambiamento climatico e sulla sua origine antropogenica. Questo dato è stato successivamente confermato da altre analisi, come quella condotta leggendo oltre 11.000 abstract di altrettante ricerche sul cambiamento climatico, che ha anch’essa riportato un consenso del 97%. Inoltre, studi più recenti, basati sull’analisi di oltre 88.000 articoli scientifici, spostano il livello di consenso al 99%. In ogni caso, è importante sottolineare che il consenso scientifico sulla questione del cambiamento climatico è molto ampio e solido. Ecco cosa possiamo leggere nell’abstract:

Aggiorniamo i precedenti sforzi per quantificare il consenso scientifico sul cambiamento climatico cercando nella letteratura recente articoli scettici sul riscaldamento globale causato da fattori antropici. […] Nel nostro campione, utilizzando parole chiave scettiche pre-identificate, abbiamo trovato 28 articoli che erano implicitamente o esplicitamente scettici. Concludiamo con elevata sicurezza statistica che il consenso scientifico sul cambiamento climatico contemporaneo causato dall’uomo, espresso in proporzione al totale delle pubblicazioni, supera il 99% nella letteratura scientifica sottoposta a revisione paritaria.

Conclusioni

L’argomento del grafico mostrato Prestininzi durante l’intervento a Piazzapulita non riguarda le precipitazioni in generale, ma le forti precipitazioni. Le proiezioni del rapporto sul tema delle forti precipitazioni afferma che saranno più frequenti con l’aumentare della temperatura.

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