Michela Murgia come Mark Twain: «Le voci sulla mia morte? Sono esagerate, già leggo i coccodrilli»
Michela Murgia arriva al teatro Carcano di Milano dopo aver parlato del suo tumore: un carcinoma al quarto stadio. E, racconta l’edizione milanese di Repubblica, viene accolta da un lungo applauso. Poi mostra la sua solito ironia: «Le voci che corrono sulla mia morte sono esagerate», dice riecheggiando una celebre battuta di Mark Twain. E poi: «Ho letto già diciotto coccodrilli, alcuni di persone che mi hanno odiato. Ma io ho detto che mi mancano mesi, probabilmente molti. Insomma, sono viva. Anzi vivissima, altrimenti non riuscirei a stare al passo della mia amica, che ha un’attività neuronale pazzesca». Si riferisce a Chiara Valerio, che fa parte della sua “famiglia queer”. Insieme si sono inventate lo spettacolo “Istruzioni per l’uso”. Che racconta il grado della nostra civilità immaginando che gli unici reperti arrivati nel futuro siano i manuali di istruzione degli elettrodomestici. E così scoprono che il microonde alla fine «è un radar che non ce l’ha fatta». Ma anche una metafora piuttosto calzante dell’uomo, «che ha una sua utilità, anche se non capisci come funziona e genera calore sempre nei posti sbagliati». Infine Murgia si leva il cappello mostrando una zazzera di capelli grigi cortissimi. Sono quelli che ha tagliato ieri.
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