Attacco hacker Asl L’Aquila, pubblicati 10 giga di dati: «Potrebbero esserci quelli di Matteo Messina Denaro»
È passata una settimana dall’inizio dell’attacco hacker che ha colpito l’Asl 1 dell’Aquila. Il materiale trafugato corrisponde a oltre 500 gigabyte, con documenti per centinaia di migliaia di pagine. E gli hacker hanno iniziato a mettere in atto le loro minacce, pubblicando i primi 10 giga nel dark web, che riguardano potenzialmente circa 300mila cittadini. Tra questi potrebbe esserci anche Matteo Messina Denaro, in carico all’azienda in questione. Nello specifico al reparto di oncologia dell’ospedale Salvatore dell’Aquila dove è stato trasportato lo scorso 1 marzo per alcuni controlli. A riferirlo è Giorgio Fedele, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle. «Non si esclude che tra il materiale sin qui trafugato vi sia anche quello relativo alle cartelle cliniche dei pazienti reclusi nel carcere di massima sicurezza, a partire da Messina Denaro», ha dichiarato.
I dubbi restano aperti
Ieri, 9 maggio, il consigliere si aspettava delucidazioni dai vertici della Regione. Ma né il governatore Marco Marsilio, né il direttore generale dell’azienda sanitaria, Ferdinando Romano, si sono presentati. Gli interrogativi, quindi, restano molti. E su un tema delicato: i dati personali dei dipendenti, le informazioni organizzative e amministrative alla mercé dei pazienti, così come i dati sensibili di pazienti con Hiv, oncologici, neonati e informazioni sulla mortalità infantile. A partire dalle modalità in cui verranno assicurate le prestazioni sanitarie, le prenotazioni degli esami clinici.
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