Caro pasta, Mr Prezzi assicura: «Prossimi mesi cali significativi»
Le ultime rilevazioni di Istat, Ismea e sistema camerale sul prezzo della pasta «stanno già dimostrando i primi, seppure deboli, segnali di diminuzione di prezzo, segno che nei prossimi mesi il costo potrà scendere in modo significativo». Lo fa sapere con una nota il ministero delle Imprese e del Made in Italy, al termine della prima riunione della Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi, istituita un mese fa dal governo e presieduta da Benedetto Mineo, «Mr Prezzi». Il primo vertice della Commissione era stato convocato proprio in seguito ai forti incrementi di prezzo registrati negli ultimi mesi, con gli agricoltori che hanno denunciato rincari del 17,5% in un anno. L’obiettivo di Mr Prezzi è rispondere soprattutto a una domanda: se i prezzi delle materie prime (frumento duro e semola) e quelli dell’energia sono molto più bassi rispetto allo scorso anno, perché finora il prezzo della pasta ha continuato a salire?
L’Unione Consumatori: «Un flop»
Oltre alle varie istituzioni coinvolte, a partire dalla Guardia di Finanza e dai ministeri competenti, al vertice di oggi hanno partecipato anche associazioni di consumatori, agricoltori e imprese. E ognuno ha fatto il proprio bilancio dell’incontro di oggi al ministero. «Un flop! Come temevamo, la riunione della Commissione di allerta rapida sui prezzi della pasta non ha prodotto nulla di concreto contro le speculazioni in atto, ma solo parole, parole, parole», denuncia il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. Ancora più duro Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, che minaccia uno “sciopero della pasta”: «Ci attendiamo a breve una discesa forte dei prezzi della pasta, se no ci penseranno i consumatori, lasciandola sugli scaffali. Seguiremo la legge della domanda dell’offerta e non compreremo pasta per 15 giorni».
La difesa dei pastai: «Rincari in linea con l’inflazione»
Di segno opposto l’opinione di Coldiretti, che tramite il suo presidente Ettore Prandini parla di un incontro «particolarmente proficuo». Nel frattempo, i pastai si difendono dalle accuse di speculazione: «Lavoriamo tutti nella direzione di tutelare sempre al meglio i consumatori ma, seppur i costi rimanessero quelli attuali, non possiamo dimenticare che l’aggravio di spesa per persona all’anno sarebbe di circa 10 euro, ovvero il 16,5% in più su un prodotto che costa in media circa 1,07 euro al pacco; insomma, ben al di sotto di tanti altri rincari e perfettamente in linea con il costo dell’inflazione», è il commento di Unione Italiana Food.
Credits foto: UNSPLASH/Bozhin Karaivanov