Lollobrigida torna sulla crisi di natalità e cita la Treccani: «Esiste un’etnia italiana da tutelare» – Il video
A neanche un mese dalla famigerata frase sulla «sostituzione etnica», il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida torna sul tema della natalità. E lo fa con toni non troppo distanti dall’ultima volta. «Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura», premette Lollobrigida durante gli Stati generali della natalità a Roma. Poi arriva la parte che rischia di suscitare un nuovo vespaio di polemiche: «Esiste però una cultura, un’etnia italiana, quella che la Treccani definisce “raggruppamento linguistico culturale”, che immagino che in questo convegno si tenda a tutelare. Perché sennò non avrebbe senso». aggiunge il ministro. Parole che sembrano riecheggiare quelle pronunciate lo scorso 18 aprile, quando Lollobrigida aveva evocato la falsa teoria del complotto del cosiddetto Piano Kalergi: «Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada», aveva detto il ministro. Oggi, dal palco della due giorni dedicata al tema della natalità, il politico di Fratelli d’Italia rilancia: «La popolazione del mondo cresce e tanti di quelli che nascono nel mondo vorrebbero venire a vivere in Italia. E allora perché preoccuparsi delle nascite in Italia? Se la risposta è incrementare la natalità, è probabilmente per ragioni legate alla difesa di quell’appartenenza, a cui molti sono legati, io in particolare con orgoglio, a quella che è la cultura italiana, al nostro ceppo linguistico, al nostro modo di vivere», conclude Lollobrigida.
Credits foto: ANSA/Angelo Carconi
Leggi anche:
- La nuova vignetta del Fatto su Lollobrigida e la sorella di Meloni e la difesa di Travaglio: «Non capiscono nemmeno i disegni»
- Francesco Lollobrigida, la sostituzione etnica e il piano Kalergi: «Non sapevo chi fosse ma non sono ignorante»
- A Lollobrigida bastava andare sul sito del governo per capire che cos’è davvero la «sostituzione etnica»