Aldo Cazzullo: «Michela Murgia non vuole essere compatita e non ha escluso la possibilità di essere odiata»
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L’intervista di Michela Murgia al Corriere della Sera in cui annunciava di avere «un tumore al quarto stadio», ha provocato un’ondata di solidarietà e non solo. Migliaia i messaggi di cittadini italiani, esponenti politici, tra cui la premier Meloni e il vicepremier Salvini, e pure di specialisti, come il professore Burioni, e sanitari. Oggi, venerdì 12 maggio, Aldo Cazzullo è tornato a parlare sulle pagine del quotidiano. «Molti mi chiedono notizie su come si è svolto il dialogo: certo non è stato facile, a tratti ci siamo commossi entrambi; ma ho sempre provato fastidio nel leggere come e quando le interviste si svolgono, togliendo spazio alle parole dell’intervistato, le uniche che contano», scrive Cazzullo. Il giornalista aggiunge anche che la scrittrice «non vuole essere compatita» e «non ha escluso la possibilità di essere odiata, oltre che amata». Murgia «è una donna forte – continua -. Se fosse vissuta due secoli fa nel Dakota, sarebbe stata il capo di una tribù irriducibile, di quelle che preferivano lanciarsi a cavallo contro il Settimo cavalleria piuttosto che farsi chiudere nelle riserve», si legge. Per il giornalista troppo spesso la malattia «è stata celata come una vergogna. La morte è stata esorcizzata, nascosta. Non è più una morte pubblica, come un tempo». Ma ora, «la morte è entrata nella vita, e non possiamo più ostinarci a negarlo», conclude.
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