«Matrimoni allo stadio, campionato d’estate e SuperLega»: cosa vuole Aurelio De Laurentiis dopo lo scudetto del Napoli
Aurelio De Laurentiis, 73 anni, presidente del Napoli, parla oggi in un’intervista a Repubblica del futuro del calcio dopo la vittoria dello scudetto. Nel lunghissimo colloquio con Maurizio Molinari il presidente degli azzurri spiega come vuole cambiare il calcio e quali sono i suoi progetti a breve termine per il pallone. Tra questi c’è il campionato d’estate e una competizione europea con le migliori squadre del campionato. Che però non vuole chiamare SuperLega. Ma il primo problema sono gli stadi: «Tranne qualche rara eccezione, sono obsoleti, la partita si vede male, c’è la pista d’atletica, come a Napoli o a Roma. E poi, vogliamo portarvi le famiglie? Vogliamo far sì che allo stadio si possa rimanere tutta la giornata a divertirsi, a mangiare? Io allo stadio celebrerei i matrimoni e le prime comunioni».
Un altare al Maradona?
De Laurentiis dice che la Chiesa potrebbe arrabbiarsi, ma lui ha la soluzione in tasca: «Basterebbe montare un altare benedetto, noi lo abbiamo fatto in ritiro a Dimaro: quante volte è venuto il cardinale Sepe a officiare la messa e nessuno si è mai scandalizzato? Il campo di calcio è sottostimato e sottoutilizzato, potrebbe produrre dei benefici sul fatturato». Poi c’è il calendario del campionato: «Perché giocare d’inverno con la neve, la pioggia, la grandine? Non potremmo cominciare in tutta Europa il primo aprile? Non è un pesce d’aprile, ma una necessità. In 7 mesi fino a ottobre si potrebbero disputare campionati nazionali e Coppe europee. Da novembre a marzo restano 5 mesi per far riposare i signori calciatori, andare in ritiro, giocare con le nazionali». Ma con le riforme, per il presidente del Napoli, c’è un problema: «Uefa e Fifa sono assenti per egocentrismo ed egoismo. Per loro esistono solo le votazioni per essere riconfermati, ma non si pongono questi problemi».
Uefa e Fifa
Per De Laurentiis le federazioni calcistiche «dovrebbero sedersi al tavolo con noi ed essere rispettose dei nostri campionati, che per i tifosi vengono prima delle Coppe europee e delle nazionali. Ho calciatori che vanno e vengono dal Sudamerica o dall’Asia in 48 ore e poi devono giocare da noi il giorno dopo: follia». Mentre alla premier Giorgia Meloni, «poiché ci sono 28 milioni di elettori appassionati di calcio», chiede «di sedersi con noi cinque minuti e di liberalizzare il modello per poter ottenere un fatturato che renda tutti felici e competitivi, senza debiti. Perché dobbiamo venire dopo Inghilterra, Spagna e forse Germania? È ridicolo». Poi c’è l’idea di una “competizione europea” con le migliori squadre di ogni campionato: ««L’ho messa un po’ da parte, sennò si arrabbiano tutti. Avevo detto che bisognerebbe portare sul tavolo 10 miliardi, non i 45 che l’Uefa si appresta a garantire dal prossimo ciclo».
Due campionati europei
Secondo De Laurentiis dovrebbero esserci «due campionati europei. Uno per 25 federazioni minori che non possono permettersi gli investimenti dei Paesi più importanti. E uno con le prime sei squadre dei cinque grandi campionati, che dunque cambierebbero ogni anno, con partite secche, escludendo i confronti fra squadre dello stesso Paese. Tutto il mondo le guarderebbe». Il presidente elogia i suoi calciatori: «Non solo i gioielli, Osimhen, Kvara, ma anche tutti gli altri. Il capitano Di Lorenzo è un uomo straordinario, educatissimo, su cui si può sempre contare. E Spalletti è un condottiero, un grande affabulatore: tutti dovrebbero studiarlo, c’è sempre da imparare da lui».
Napoli e il calciomercato
Promette di tenerli tutti. Anzi, di aggiungerne altri: «Mi piacerebbe avere un americano, perché in America anche se il campionato vale poco ci sono grandissimi giocatori che risplendono in nazionale. E poi un giapponese, avendo già un coreano, visto che c’è un grande sviluppo del nostro calcio in Oriente e ci sono nuove entrate da considerare. Ma non vorrei mandare via nessuno dei nostri». Ma quando il direttore di Repubblica gli chiede se è pronto a trasferirsi a Napoli, un po’ glissa e un po’ nicchia: «Io sto a pieno servizio con il Napoli, a mezzo servizio con Roma e Los Angeles. Pensi che Los Angeles la sto trascurando da un anno e mezzo».
Draghi e Meloni
Infine, due parole su Draghi e Meloni: «Io sono sempre stato un grande estimatore di Draghi, mi ha chiamato per complimentarsi per lo scudetto. Gli ho detto che avremmo bisogno di unificare la sua figura come economista – perché io sono dell’idea che non si pub fare politica senza fare economia – e la caparbietà, la capacità, la passionalità di una politica che dà tanti anni sta sulla scena e ha fatto la gavetta come Giorgia Meloni. “Voi due insieme sareste imbattibili”. Però bisognerebbe cambiare la nostra Costituzione fondando una repubblica di tipo presidenziale».
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