Benedetta Gori, la figlia del sindaco di Bergamo che milita in Extinction Rebellion: «Provo stima per chi si fa arrestare ma non fa per me»
Nei giorni scorsi il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha parlato della militanza della figlia Benedetta in Extinction Rebellion. Ma il primo cittadino ha anche detto di non concordare con quel tipo di proteste. Oggi proprio Benedetta Gori, 26 anni, da Londra risponde al padre in un’intervista a La Stampa. Dottoranda e ricercatrice di Etnobotanica tra l’Università di Cagliari e il Royal Botanic Gardens di Londra, a Francesca Del Vecchio dice che lei e il padre hanno «idee diverse ma ci servono per arricchirci. Per esempio, quando parliamo di decarbonizzazione, papà mi aiuta a comprendere che è giusto tendere a quell’obiettivo ma che una decarbonizzazione troppo rapida potrebbe provocare squilibri sociali e contenere il contraccolpo potrebbe essere difficile».
Extinction Rebellion
Benedetta Gori dice che lei però non è mai finita in galera: «Ho sempre provato stima per chi, tra i miei amici a Londra, andava alle manifestazioni, si faceva arrestare e rischiava. Io non ho mai avuto questo coraggio. Ora che Extinction Rebellion nel Regno Unito ha optato per una strategia diversa, ho deciso di impegnarmi. Anche se non mi piace definirmi “attivista”, nel senso comune del termine. Io sono una ricercatrice e divulgatrice che si è avvicinata alla battaglia ambientale perché ne sentiva l’esigenza». Adesso il gruppo ha cambiato strategia. Mettendo al centro l’inclusività: «Invece di bloccare una strada o imbrattare un monumento – che è un gesto che può allontanare le persone – si creano degli eventi di partecipazione come assemblee di quartiere, cortei, momenti di discussione. Ad aprile, a Londra, E.R. ha dato vita al primo grande evento di questo nuovo corso: “The big one”, una manifestazione durata 4 giorni alla quale hanno partecipato tantissime persone di tutte le età e le estrazioni sociali».
In Italia
Benedetta Gori però non se la sente di dare consigli agli attivisti italiani: «Ma ho notato che qui a Londra – dove pure c’è una maggiore tolleranza e cultura nei confronti della disobbedienza civile rispetto all’Italia – la partecipazione ad attività di protesta più inclusive è aumentata. Quindi, forse potrebbe funzionare». Infine, su Elly Schlein crede che la sua figura «possa essere il punto di riferimento per alcune battaglie come quella della giustizia climatica. Nel suo programma c’è e mi sembra determinata sul punto. Ma per dare un giudizio è troppo presto».