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Daniela Santanché vuole Flavio Briatore alla guida dell’Enit. Lui ci sta pensando

13 Maggio 2023 - 04:22 Redazione
flavio briatore daniela santanché
flavio briatore daniela santanché
Il governo punta sull'imprenditore per la promozione del Made in Italy nel mondo

Il governo Meloni punta sull’Enit per la promozione del Made in Italy nel mondo. E la ministra Daniela Santanché ha trovato il nome giusto per la presidenza. Ovvero quello di Flavio Briatore. L’imprenditore, fa sapere oggi Il Foglio, ha ricevuto l’offerta. E sta riflettendo sulla possibilità di accettare o meno. L’esecutivo ha deciso di trasformare l’agenzia nazionale per il turismo in ente pubblico economico. Ora è una società per azioni di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze. Capitale sociale di 10 milioni di euro, autonomia statutaria, contabile e di gestione: servirà a farlo entrare a far parte del piano strategico per il turismo 2023-2027 annunciato dalla Santanché. E il nome di Briatore servirà, nelle intenzioni della ministra, per raggiungere l’obiettivo.

Twiga to Meraviglia

E anche per far dimenticare le gaffe della campagna Open to Meraviglia. Per la quale anche la ministra è sbottata qualche tempo fa. E per il cui spot con immagini dalla Slovenia Palazzo Chigi ha sborsato 138 mila euro. D’altro canto Briatore e Santanché sono amici da tempo. E sono stati anche compagni d’affari. Fino alla nascita del governo Meloni, Santanché era socia del Twiga, lo stabilimento balneare di Forte dei Marmi. Poi ha venduto le sue quote al compagno e proprio a Briatore. Il quotidiano spiega che secondo l’idea della ministra l’imprenditore è l’ambasciatore ideale per l’Italia all’estero. Per questo intende conferirgli la cassaforte e carta bianca per iniziare a lavorare. Lui si è preso qualche giorno di tempo per decidere. Mentre nel frattempo gli è stato fatto sapere che la sua nomina sarebbe molto gradita. Sia a Palazzo Chigi che da Matteo Salvini.

I precedenti

Anche perché era stato proprio il Capitano a ventilare la possibilità di un incarico per Briatore durante il governo Conte I. All’epoca lui era in animo di accettare: «Potrei dirgli di sì, a patto di esser messo nelle condizioni di fare le cose. Il tempo è prezioso, specie alla mia età. Se ne sottraggo un po’ a mio figlio e alla mia famiglia, non voglio sprecare le giornate in commissioni inutili a sentire idioti che non hanno mai viaggiato in vita loro». Poi il Papeete ha cambiato la storia. In questi mesi del governo Meloni Briatore si è contraddistinto per prese di posizioni importanti. Come sui balneari, quando ha ammesso che gli affitti delle spiagge sono troppo bassi. O come quando ha furiosamente criticato l’esecutivo: «Un uomo del fare – come lui, ndr – non perde tempo con lumache, carne sintetica, eccetera». Ovvero con gli insetti e con la carne coltivata. Sul Recovery Plan, invece, l’imprenditore pronosticava a breve «una ciclopica figura di merda».

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