Papa Francesco cambia la Costituzione del Vaticano
Papa Francesco ha promulgato il 13 maggio la nuova Legge fondamentale che è la Costituzione dello Stato della Città del Vaticano. Il nuovo testo, di 24 articoli, sostituisce abrogandolo quello vigente che aveva promulgato Giovanni Paolo II il 26 novembre 2000 sostituendo la prima Costituzione vaticana firmata da Papa Pio XI il 7 giugno 1929.
Saltano tutti i riferimenti alla Segreteria di Stato
Sono molte le novità contenute nel nuovo testo che entrerà in vigore formalmente il prossimo 7 giugno. Quella sostanziale è il ridimensionamento del ruolo della Segreteria di Stato guidata oggi dal cardinale Pietro Parolin, che non entrerà più nei processi legislativi e in quelli economico-finanziari e non sarà più il solo soggetto istituzionale del Vaticano ad avere la rappresentanza nei rapporti con gli Stati e con altri soggetti di diritto internazionale. Al contrario viene decisamente rafforzato il ruolo del Governatorato oggi guidato per volontà proprio di Papa Francesco dal cardinale spagnolo Fernando Vérgez Alzaga, che è anche presidente della Pontificia Commissione – rafforzata dalla nuova Costituzione, a cui è affidata la funzione legislativa.
Solo il Papa avrà «poteri». Agli altri solo «funzioni»
Fino ad oggi sia le scelte legislative che quelle economico-finanziarie (il bilancio dello Stato vaticano in primis) erano prese dalla Commissione Pontificia e dal Governatorato che prima di promulgarle le inviavano al Papa «tramite la Segreteria di Stato». Questa formula è stata cancellata. Abrogato anche l’articolo 6 della Costituzione vigente sul potere legislativo che così recitava: «Nelle materie di maggiore importanza si procede di concerto con la Segreteria di Stato». Sparisce nel nuovo testo ogni riferimento ai «poteri» della Segreteria di Stato, del Governatorato e della Commissione Pontificia. I «poteri» ora spetteranno esclusivamente al Papa, mentre ai vari organi sono demandate le «funzioni»: legislativa, esecutiva e giudiziaria. Tutte e tre sono profondamente modificate rispetto all’esistente.
Allargato il «perimetro» del popolo vaticano
Fra le novità della nuova Costituzione anche quella dell’estensione del perimetro del «popolo vaticano» inserita nel nuovo articolo 5: «Fanno parte della comunità dello Stato i cittadini, i residenti e quanti, ad altro titolo e con diverse funzioni e responsabilità, svolgono stabilmente il loro servizio, con spirito ecclesiale, per lo Stato o per la Santa Sede». Altra novità nella composizione della Commissione Pontificia, che fino a qui era formata esclusivamente da cardinali nominati dal Papa per cinque anni: potranno farne parte anche religiosi e laici, uomini o donne.
Una nuova legge di bilancio in Vaticano come quella dell’Italia
Cambiano anche i conti dello Stato Vaticano, che diventano ora assai simili alla legge di bilancio dello Stato italiano: la Pontificia commissione ogni anno presenta con una legge il bilancio preventivo, quello consuntivo e il piano finanziario triennale, che vengono sottoposti direttamente al Papa senza passare più dalla Segreteria di Stato. «Il bilancio», è scritto nel nuovo articolo 13, «assicura l’equilibrio delle entrate e delle uscite e si ispira ai principi di chiarezza, di trasparenza e di correttezza». Non solo, ma – altra novità inserita nel nuovo articolo 14 – «il bilancio è sottoposto al controllo e alla verifica contabile di un Collegio, composto da tre membri, nominati per un triennio dalla Pontificia Commissione, alla quale riferisce». In altre parti della nuova carta fondamentale del Vaticano sono definite nel dettaglio le funzioni del Governatorato, cui riportano tutte le funzioni amministrative e anche la sovrintendenza dei beni culturali (compresi i Musei Vaticani). Infine per la funzione giudiziaria si ampliano i poteri del Papa che ora avrà anche la facoltà di «commutare le pene» oltre a quella – già prevista – di «concedere l’amnistia, l’indulto, il condono e la grazia».
Il rettore della Lateranense che ha ispirato le nuove regole
In una intervista alla Radio Vaticana il professor Vincenzo Buonomo, docente di diritto internazionale e rettore della Pontificia Università Lateranense (che ha contribuito alla scrittura della nuova Carta fondamentale) ha sostenuto che «con questa riforma entra nella Legge fondamentale il principio di adeguare le norme vaticane agli impegni internazionali presi dalla Santa Sede per lo Stato della Città del Vaticano. Io credo che in questo caso rientri un po’ anche la funzione strumentale dello Stato. Quando Pio XI definì questa funzione come importante per garantire la libertà, l’indipendenza alla Sede Apostolica, e quindi anche un territorio, in quel momento come oggi, diventava e diventa necessario per poter in qualche modo operare senza avere interferenze dall’esterno».
Accolte le nuove regole internazionali, anche quelle green
Secondo il professor Buonomo, nella nuova Costituzione «gli aspetti internazionali vengono recepiti anche rispetto alle competenze del Governatorato. La Legge definisce alcuni compiti esclusivi del Governatorato che sono compiti che il Governatorato può esercitare soltanto e anche con riferimento alle regole internazionali. La sicurezza, la tutela ambientale, le attività economiche, la tutela del patrimonio artistico, la connettività per esempio in termini di reti sia dal punto di vista tecnico che gestionale, oggi sono determinati e sono legati a normative o regole di condotta a livello internazionale. Quindi ancora di più c’è questa volontà di poter uniformare e collegarsi ad una realtà che è uno spazio globale in cui anche lo Stato Città del Vaticano è inserito».
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