Milano, pusher 26enne confessa: «Guadagno 600 euro, non mi bastano». E la giudice gli dà un’altra chance: «È giovane, non la sprechi»
Un pusher milanese di 26 anni ha affrontato il processo in direttissima ieri, 13 maggio, e di fronte alla sua confessione la giudice gli ha dato un’altra chance. «Lei è giovane, le do questa possibilità. Non la sprechi»: l’ha ammonito la magistrata Mariolina Panasiti che ha convalidato l’arresto, ma senza comminargli altre misure cautelari. Il giovane è un calciatore dilettante, si diverte a giocare nei campi di provincia, e fa l’operaio apprendista da circa un anno. Guadagna poco meno di 600 euro al mese. Una cifra che, come ha dichiarato al processo, non gli basta per vivere. E così ha iniziato a spacciare, finché alcuni poliziotti l’hanno colto in flagrante mentre vendeva una dose di cocaina a una persona. Quando è stato fermato gli hanno trovato altre sette dosi di droga nelle tasche.
La confessione: «I soldi del lavoro non mi bastano»
Quando si è trovato di fronte alla giudice non ha esitato a dire la verità, e ha confessato: «È vero, avevo sette dosi di cocaina, me le hanno date delle persone straniere. È vero, ho ceduto un involucro a un giovane di cui non conosco il nome. Mi aveva dato quaranta euro. Il resto della cocaina? Volevo venderla ad altri, io non ne faccio uso», ha raccontato il giovane, secondo quanto riferisce Repubblica. La magistrata gli ha quindi chiesto i motivi per cui ha iniziato a spacciare. «Ho una paga normale, non sono un operaio qualificato. Prendo qualcosa ma non mi basta. Non arrivo a 600 euro. Lo faccio solo da qualche mese. La mia ragazza guadagna gli stessi soldi, viviamo insieme a casa dei suoi genitori», ha risposto il 26enne. La giudice ha spiegato così la sua decisione: «Ha confessato, un po’ di autocritica l’ha fatta e questo lascia sperare che sia l’ultima volta. Per mia abitudine, la prima volta si cerca di andare incontro alla persona. Lei ha 26 anni, è giovane, se comincia e continua con lo spaccio non ne esce. Non sprechi questa possibilità». Il ragazzo dovrà comunque affrontare una nuova udienza a luglio.