Elezioni comunali, Brescia e Teramo restano al centrosinistra. Il centrodestra vince a Imperia, Latina, Sondrio e Treviso
La tornata delle elezioni comunali di primavera è lontana dal concludersi. Il 21 maggio andranno al voto i cittadini di Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, il 28 e 29 maggio quelli di Sardegna e Sicilia. Ma la chiamata alle urne di ieri e oggi, 14 e 15 maggio, è quella che coinvolge più elettori: 4,5 milioni circa, per il rinnovo del consiglio di 595 Comuni. Sono 13 i capoluoghi al voto: Ancona, l’unico di Regione, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza. Il dato definitivo dell’affluenza è pari al 59,03%, in calo di un -2,19% rispetto alla consultazione di cinque anni fa, nella quale, tra l’altro, le urne sono state aperte solo di domenica.
Il recap dei capoluoghi al voto alle ore 22: dove la sfida si è conclusa al primo turno, dove bisognerà attendere il ballottaggio
- Ancona: Ballottaggio
- Brescia: Centrosinistra
- Brindisi: Ballottaggio
- Imperia: Centrodestra
- Latina: Centrodestra
- Massa: Ballottaggio
- Pisa: Ballottaggio
- Siena: Ballottaggio
- Sondrio: Centrodestra
- Teramo: Centrosinistra
- Terni: Ballottaggio
- Treviso: Centrodestra
- Vicenza: Ballottaggio
Vittoria al primo turno del centrodestra a Imperia e Treviso
Claudio Scajola, che alle scorse elezioni era stato eletto sindaco, ma correndo da indipendente, e Mario Conte vincono la tornata rispettivamente a Imperia e Treviso. Il centrodestra mantiene così due dei 13 capoluoghi al voto, considerando che l’area politica di appartenenza di Scajola era comunque afferente al centrodestra: coordinatore di Forza Italia dal 1996 al 2001, Scajola è stato eletto quattro volte deputato e nominato altrettante volte ministro nei governi Berlusconi. È la quarta volta che viene eletto sindaco di Imperia, sua città natale. A Vicenza, invece, si andrà al ballottaggio tra l’uscente Francesco Rucco, centrodestra, e Giacomo Possamai, centrosinistra.
Del Bono passa il testimone a Castelletti
Dopo dieci anni di amministrazione di Emilio Del Bono, Brescia dà ancora fiducia al Partito democratico: con 100 sezioni scrutinate su 203 e riportate dall’ufficio elettorale del Comune, Laura Castelletti consolida il suo vantaggio, attestandosi sul 55% delle preferenze. Distante Fabio Rolfi, al 41,5%. Ed è YouTrend, con la sua rilevazione, ad annunciare la vittoria della candidata Dem, che qui ha corso insieme a Sinistra italiana e al Terzo polo. Fuori dalla coalizione, il Movimento 5 stelle. Castelletti è la prima donna sindaca nella storia della città di Brescia.
Latina cambia colore: va al centrodestra e archivia la stagione di Coletta
Annunciata da YouTrend anche la vittoria di Matilde Eleonora Celentano, che strappa il governo della città al centrosinistra. È la prima sindaca donna della città. Damiano Coletta, sindaco uscente supportato dal Partito democratico e dal Movimento 5 stelle, si fermerebbe intorno al 25% dei voti. Dirompente il consenso per Celentano, che si aggira verso sulla soglia del 75% dei voti.
Toscana, il tentativo di rivincita del Pd targato Schlein
L’ondata di entusiasmo che la nuova segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, aveva portato nelle piazze dei capoluoghi toscani, non ha avuto riscontro nelle urne. Quantomeno, non in quelle di Massa e Pisa che, dopo cinque anni di amministrazione di centrodestra, sembrano voler confermare sindaci della coalizione di governo. A Massa, con 6 sezioni scrutinate su 80, Francesco Persiani di Lega e Forza Italia è al 34,8%. Al secondo posto, Romolo Ricci, del Pd, con il 29,8%. Al terzo poso il candidato di Fratelli d’Italia Marco Guidi, che corre separato dal resto della coalizione di centrodestra. A Pisa, con 7 sezioni scrutinate su 86, Michele Conti è in vantaggio sul Dem Paolo Martinelli, con il 50,6% contro il 41,4%. A Siena, il Pd cova ancora la speranza di riprendersi la città dopo la parentesi di centrodestra: la sua candidata, Anna Ferretti, è in vantaggio sulla rivale del centrodestra, Nicoletta Fabio, con un 40,6% dei voti contro il 25,4%.
I primi risultati (molto) parziali
Capoluoghi osservati speciali. Per il centrodestra, il vantaggio appare abbastanza netto a Imperia, Latina e Treviso. Nel capoluogo ligure, il sindaco uscente Claudio Scajola, che nel 2018 si era candidato indipendente correndo contro le liste dei partiti di centrodestra, si avvicina al 60% delle preferenze. Questa volta, l’ex ministro è appoggiato dai partiti della maggioranza di governo, ma compete senza i loro simboli nelle liste. Le sezioni scrutinate, tuttavia, sono appena 2 su 44. A Latina, sembra in testa la candidata sindaca Matilde Celentano: «I dati che ci arrivano dai nostri rappresentanti di lista prospettano una vittoria schiacciante del centrodestra nel capoluogo». Il capoluogo, nella passata amministrazione, era governato dal centrosinistra. A Treviso, con 7 sezioni su 77 scrutinate, Mario Conte del centrodestra doppia Giorgio De Nardi, del Partito democratico: le prime percentuali di voto lo danno oltre il 60%.
Il centrosinistra reggerebbe, invece, a Brescia. Il capoluogo di provincia lombardo era stato scelto dai leader nazionali del centrodestra per chiudere la campagna elettorale. Eppure, con 58 sezioni scrutinate su 203, Laura Castelletti del Pd ha raccolto il 53,8% dei consensi, mentre Fabio Rolfi si ferma al 42,7%. Se a Brescia si tratterebbe di una conferma, il centrosinistra potrebbe strappare ai rivali Vicenza: la situazione, con 8 sezioni scrutinate su 111, è molto combattuta, con il sindaco uscente Francesco Rucco, del centrodestra, e il contendente Giacomo Possamai viaggiano attorno al 45% dei voti. Molto variabile il risultato di Terni, dove a combattere per i due posti al ballottaggio sono il candidato del centrodestra Orlando Maselli, quello del centrosinistra Josè Maria Kenny e il civico Stefano Bandecchi. Ad Ancona, unico capoluogo di regione al voto, è in vantaggio Daniele Silvetti del centrodestra, al 43,3%, mentre Ida Simonella del centrosinistra, con 7 sezioni su 99 scrutinate, è al 39,6%.
I dati definitivi dell’affluenza nei 13 capoluoghi
- Ancona: 54,9%
- Brescia: 57,8%
- Brindisi: 57,6%
- Imperia: 58%
- Latina: 58%
- Massa: 60,2%
- Pisa: 56,4%
- Siena: 63,8%
- Sondrio: 54,1%
- Teramo: 66,4%
- Terni: 56,8%
- Treviso: 52,1%
Prima ancora che i seggi fossero chiusi, è stata diffusa la notizia della morte di un candidato consigliere del Partito democratico a Siena: ricoverato da qualche giorno in ospedale, il 37enne Federico Pacciani aveva fatto della sua disabilità un punto di forza per le battaglie politiche. Le previsioni sull’affluenza preoccupano le varie forze politiche. Il centrodestra difende 7 capoluoghi di provincia che ha amministrato negli ultimi cinque anni: c’è grande attenzione sulle città toscane di Massa, Pisa e Siena, ma anche Vicenza. Il centrosinistra, invece, cerca di reggere in 5 capoluoghi: Ancona, Brescia, Brindisi, Latina e Teramo. L’unico capoluogo in cui il sindaco uscente è indipendente è Imperia. I ballottaggi di questa tornata sono programmati per il 28 e 29 maggio, tra due settimane.
Il calo dell’affluenza
Non è un crollo, ma è comunque in discesa l’asticella dell’affluenza rispetto alle amministrative di cinque anni fa. Nel 2018, il dato si era fermato 61,2%, ma si voltava soltanto in un giorno, di domenica. A questo giro, nonostante le urne siano rimaste aperte per otto ore anche di lunedì, la partecipazione degli aventi diritti al voto si attesta sul 59%. La legge elettorale dei Comuni e delle Regioni «ha sempre garantito la stabilità, per cui è una legge assolutamente positiva. Poi si possono fare dei ritocchi ma non credo sia quello il problema», ha commentato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. La maggioranza di centrodestra, anche portando sul tavolo del confronto il tema dell’astensionismo, vorrebbe cambiare la legge elettorale delle amministrative. «Sul fronte delle riforme degli enti locali diciamo a Roberto Calderoli che è sbagliato intervenire sul ballottaggio, ma bisogna cercare di dare risposta ai problemi veri», ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga. «Abbiamo in campo candidature forti e radicate, capaci di confermare buone stagioni di governo, come a Brescia, e di cambiare volto a cattive gestioni. Ci sono segnali positivi anche se l’astensione è un dato negativo per tutti, che ci preoccupa».
L’affluenza cala più marcatamente al Nord rispetto al Centro e al Sud, area del Paese che si conferma più partecipativa alle consultazioni comunali. Un altro elemento che rileva YouTrend è il dato della partecipazione nelle città i cui sindaci uscenti sono civici: rispetto alle passate amministrative, l’affluenza è scesa di circa 3 punti nei Comuni governati dal centrodestra, di 2 punti nei Comuni governati dal centrosinistra e di 1 punto dove il primo cittadini in carica è stato eletto con una lista civica. Nell’unico capoluogo di regione al voto, Ancona, l’affluenza cresce lievemente rispetto al 2018: allora votò il 54,6% degli aventi diritto, oggi il 54,9%. Anche Siena in controtendenza, con un incremento della partecipazione, passata dal 63% del 2018 al 63,8% attuale. Tra i capoluoghi, il crollo dell’affluenza più alto si registra a Treviso: -7%. Ecco le altre variazioni nel capoluoghi al voto: Imperia -4,7%, Sondrio -3,9%, Brindisi -3,1%, Latina -3,1% (rispetto al 2021), Terni -2,6%, Massa -2,2%, Pisa -2,1%, Vicenza -1,6%, Teramo -0,8%, Brescia +0,4%.
Leggi anche:
- Elezioni amministrative, alle 23 l’affluenza è in forte calo al 46,39%. Seggi aperti anche domani
- Pomigliano, volantinava davanti al seggio: i Carabinieri gli trovano in macchina un manganello inneggiante al Duce
- Meloni al comizio di Brescia fa quadrato: «Fiera di Salvini e Berlusconi. Riforme? Non le vuole chi ha governato con giochi di palazzo» – Il video