La scienziata che è tornata a lavorare in Calabria dopo gli Usa e la Germania: «Cambiare si può»
Sandra Savaglio, 55 anni, dopo una carriera all’estero ora insegna astrofisica all’università della Calabria. La scienziata ha lavorato alla Johns Hopkins University di Baltimora, è finita sulla copertina di Time come simbolo dei cervelli in fuga, è stata in Germania all’Istituto Max Planck di fisica extraterrestre. Da lì è tornata in Calabria a Merano, a due passi da Rende, sede dell’università. Oggi insegna astrofisica nelle stesse aule dove ha studiato e scrive libri di divulgazione. Con lei non vive Uta, la compagna conosciuta in Germania. «Stiamo insieme dal 2002. Lei lavora a Monaco, ma appena possibile ci ritroviamo», dice in un’intervista a Elena Dusi per Repubblica.
Il ritorno
Savaglio spiega perché è tornata in Calabria: «Mi ha chiesto di tornare il professore con cui mi laureai nel 1991. Era il 2012 e il governo aveva un programma per il rientro dei cervelli. Io gli risposi di sì, poi non seppi più nulla. Pensai che in Italia succede sempre così, che qualcuno si era messo di traverso. Invece più di un anno dopo ricevetti il messaggio: la procedura si è conclusa positivamente». Dice che anche la Germania «può essere sorprendentemente rigida, gerarchica, maschilista. Parlo del Max Planck dove ho lavorato: non esattamente un paradiso. In Germania le donne nella scienza sono poche e spesso straniere. Avevo una collega brava tedesca mandata via dopo 12 anni senza spiegazioni dal direttore dell’istituto, che si comportava come un imperatore».
La chiamata di Santelli
All’inizio del 2020 Jole Santelli le chiese di entrare in giunta: «Ho accettato anche se non sono di destra per cambiare la nostra regione. Amava la Calabria. Come potevo dire di no?». Dice che gli Usa sono più pericolosi: «Per il telescopio Hubble ho lavorato alcuni anni a Baltimora, città da 300 omicidi all’anno. Se una volta ho rischiato la vita è stato lì, quando un folle è entrato a casa dal balcone a mezzanotte al sedicesimo piano. Negli Usa vai al cinema e sai che il tuo vicino potrebbe tirare fuori una pistola. Credo che l’America sia più violenta della Calabria e che la Calabria abbia problemi più seri perfino della ‘Ndrangheta».
La Calabria e la ‘ndrangheta
Secondo Savaglio la Calabria «ha le stesse storture dell’Italia, ma moltiplicate per tre. Il pubblico è un macchinario lentissimo. A muoverlo spesso sono chiamate persone senza motivazione, che non sanno fare le cose o che hanno le mani legate».