La teoria del complotto sull’ex premier giapponese Shinzo Abe «assassinato per non aver eseguito gli ordini del Wef»
L’ex premier giapponese Shinzo Abe è stato ucciso in un attentato terroristico lo scorso luglio. A sparare fu un uomo disoccupato di 41 anni, Tetsuya Yamagami. A distanza di mesi, sui social ha iniziato a circolare una narrazione alternativa su quello che sarebbe stato il movente dell’estremo gesto: un attentato per punire il politico che non aveva eseguito gli ordini del World Economic Forum in merito ai vaccini contro il Covid.
Per chi ha fretta:
- L’ex premier giapponese Shinzo Abe è stato assassinato lo scorso luglio
- A distanza di mesi, sui social ha iniziato a circolare la narrazione secondo cui l’omicidio è stato n attentato per punire il politico che non aveva eseguito gli ordini del World Economic Forum in merito ai vaccini contro il Covid
- Non c’è alcuna prova a sostegno di questa tesi. Abe, inoltre, ha avuto ben poco a che fare con la gestione della campagna vaccinale in Giappone
Analisi
«Assassinated Japanese P.M. didn’t follow WEF orders. Didn’t mandate vaccines, sent 1.6 million doses back and gave citizens invermectin. Make sense now?». Questa è la scritta che appare in un’immagine condivisa su Facebook. «Lo hanno ammazzato esattamente per quanto riportato sul post, Frignate pure Fact checker», aggiunge l’autore del post tra i commenti.
In realtà, non ci sono prove per alcuna delle affermazioni riportate, che d’altro canto si sposano alla perfezione con le varie teorie complottiste di matrice QAnonista che circolano sul web. Sebbene, infatti, sia vero che il Giappone non ha imposto sotto la guida di Abe una linea vaccinale precisa contro il Covid, come ricorda Lead Stories, Abe probabilmente ha avuto poco a che fare con questo. L’ex primo ministro ha annunciato le sue dimissioni nell’agosto 2020 e ha lasciato ufficialmente l’incarico il 16 settembre 2020, quando Suga Yoshihide ha prestato giuramento. Il Giappone non ha iniziato la sua aggressiva campagna di vaccinazione fino a giugno 2021, quando ha definito i vaccini «la nostra carta vincente per porre fine alla pandemia di COVID-19».
Al momento dell’attentato, come possiamo verificare attraverso il sito web del primo ministro giapponese, in Giappone erano state somministrate più di 287 milioni di dosi di vaccino. Sempre sul sito web del primo ministro vengono spiegati sia i benefici della vaccinazione che gli sforzi del governo per garantirne la sicurezza.
È vero che il 26 agosto 2021 il Giappone ha sospeso l’uso di 1,63 milioni di dosi del vaccino Moderna, in seguito ad alcune segnalazioni di fiale contaminate. Sia l’azienda che il governo, tuttavia, hanno specificato che non sono stati identificati problemi di sicurezza o efficacia, e che la sospensione era solo una precauzione. L’ivermectina infine, un farmaco antielmintico che debella o favorisce l’espulsione di vermi e parassiti intestinali, non è mai stata approvata come trattamento COVID dal governo giapponese o dal Ministero della salute, del lavoro e del welfare.
Tra le spiegazioni che sono state date al gesto folle di Yamagami, piuttosto, figura la credenza dell’uomo che Abe avesse promosso un gruppo religioso a cui sua madre aveva fatto «una enorme donazione», ha detto l’agenzia di stampa Kyodo, citando fonti investigative. Sembrerebbe infatti che la donna fosse in seguito fallita economicamente. La polizia ha confermato che il sospettato ha affermato di nutrire rancore nei confronti di un’organizzazione specifica, ma non l’hanno nominata.
Conclusioni
Non ci sono prove che l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe sia stato ucciso per non aver seguito gli ordini del WEF sui vaccini e sui trattamenti per il COVID-19, al contrario di quanto sostenuto nei post che cavalcano la narrazione complottista di matrice QAnonista.
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