Asta record per i gioielli della collezione Horten, il caso del patrimonio con l’ombra del nazismo
La “macchia” nazista non ha frenato la vendita all’asta della collezione Horten. La collezione di gioielli provenienti dalla tenuta della filantropa austriaca Heidi Horten sono stati battuti all’asta da Christie’s per la cifra record di 202 milioni di dollari. Il totale della vendita ha superato il precedente primato di 116 milioni di dollari stabilito nel 2011, quando furono venduti i monili appartenuti all’attrice Liz Taylor. Si è trattato infatti dell’asta di gioielli più remunerativa della storia, malgrado le polemiche e le critiche mosse dagli storici e dalle organizzazioni ebraiche. Già, perché i gioielli venduti sono stati acquistati dalla famiglia Horten con soldi in parte provenienti dai profitti sottratti alle imprese ebraiche durante l’Olocausto. La collezione era costituita da circa 400 lotti, e per novembre è prevista un’ulteriore vendita di gioielli provenienti dalla stessa collezione di circa 300 esemplari. I gioielli sono stati venduti dopo la morte di Heidi Horten, deceduta l’anno scorso. Che i gioielli fossero “macchiati” dal nazismo era un dato di fatto sin dal 2022, dopo che la stessa Heidi Horten Foundation commissionò un rapporto da cui emerse che il marito di Heidi Horten, l’uomo d’affari e miliardario tedesco Helmut Horten, accumulò fortune e patrimoni acquistando a prezzo ridotto le attività dei cittadini ebrei perseguitati, che vennero obbligati a cedere le loro attività a prezzo ridotto durante il regime nazista. Diverte associazioni ebraiche avevano contestato a Christie’s la vendita della collezione Horten, chiedendo venisse sospesa. In una lettera di Yoram Dvash, presidente della World Federation of Diamond Bourses, indirizzata a François Curiel, presidente della casa d’aste per l’Europa e l’Asia, si legge: «In un’epoca di negazione dell’Olocausto e di recrudescenza dell’antisemitismo in tutto il mondo, troviamo particolarmente spaventoso che una casa d’aste di fama mondiale si impegni in una tale vendita». In tutta risposta i funzionari di Christie’s hanno deciso di procedere con la vendita, assicurando che i proventi dell’asta andranno alla Heidi Horten Foundation, che sostiene la ricerca medico-scientifica e a un museo che contiene la sua collezione d’arte, mentre la casa d’aste stessa si è impegnata a donare parte dei proventi derivati dall’asta a iniziative di ricerca sull’Olocausto.
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