Il Pd primo partito in meno della metà dei capoluoghi, FdI in due. Ecco perché non c’è stato né l’effetto Schlein né quello Meloni
Il giorno dopo le elezioni amministrative naturalmente tutti i partiti hanno vinto, stando alle dichiarazioni dei loro leader. L’ha presa un po’ più generica Giorgia Meloni, che essendo il premier ha voluto essere un pizzico più istituzionale dicendo: «Faccio gli auguri a tutti i sindaci eletti nel primo turno delle elezioni amministrative. Il centrodestra conferma la sua forza di coalizione di governo, il valore della stabilità e della chiarezza di fronte agli italiani». Più da leader di partito invece il commento trionfale della segretaria Pd, Elly Schlein: «Siamo molto soddisfatti dell’esito del primo turno di queste elezioni amministrative. Guardiamo quindi con grande ottimismo al secondo turno. Il Partito Democratico è primo partito in quasi tutti i capoluoghi dove si è votato».
Il Pd primo in «quasi tutti» i comuni capoluogo in cui si è votato detto dalla Schlein è in realtà assai generoso. Il Pd infatti è la prima lista in 6 comuni capoluogo sui 13 in cui si è votato, quindi in meno della metà (a Brescia, Ancona, Massa, Pisa, Siena e Brindisi). Negli altri sette comuni capoluogo la lista Pd si è piazzata tre volte al secondo posto, due volte al terzo posto e due volte al quarto posto. Però Fratelli di Italia è primo partito solo in due di quei comuni: Latina e Terni. Tolto il comune di Imperia in cui la lista non era presente, negli altri 10 comuni capoluogo FdI si è piazzata quattro volte al secondo posto, tre volte al terzo posto e tre volte al quarto posto.
Guardando i numeri nudi e crudi si può dire che alle amministrative in quei 13 comuni più importanti degli altri non si sia visto né l’effetto Schlein né l’effetto Meloni. Il partito della leader di Fratelli di Italia in tutti e 13 i comuni ha fatto decisamente peggio di quanto aveva ottenuto alle politiche del settembre 2022, raccogliendo fra 4 e 15 punti percentuali in meno. I peggiori risultati rispetto alle politiche sono stati quelli di Vicenza e di Massa. Il Pd della Schlein è andato decisamente peggio di quello di Enrico Letta in 11 comuni su 13 con differenza che oscillano fra 3 e 9 punti percentuali. I peggiori risultati sono stati a Siena e a Imperia. In un comune- Brindisi- la Schlein ha pareggiato con l’ultimo risultato di Letta. Mentre Brescia è il solo comune in cui Elly è riuscita a fare meglio del suo predecessore Enrico: 26,64% contro il 23,5% delle politiche.
In realtà a dominare queste elezioni amministrative rendendo improprio qualsiasi confronto e ovviamente il trionfalismo dei vari leader sono state le liste personali dei candidati sindaci in genere di uno dei due schieramenti principali ma in qualche caso anche indipendenti. In 5 comuni su 13 la prima lista è proprio quella civica del candidato sindaco: in quattro comuni si tratta del candidato di centro destra, nel quinto comune si tratta dell’ex ministro azzurro Claudio Scajola, che però non vuole sentirsi definire «di centrodestra» anche se per facilitare la sua vittoria ad Imperia né FdI, né Lega, né Forza Italia hanno presentato i loro simboli.