Caso Varriale, spuntano le chat delle vittime del giornalista: «Ha detto che se lo denuncio mi ammazza»
«Ha detto che se lo denuncio mi ammazza». Queste le parole di una delle vittime di Enrico Varriale, anticipate dal Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruisce il quotidiano la donna, appena arrivata in ospedale dopo un forte schiaffo ricevuto dal giornalista Rai, ha contattato quella che ha poi scoperto essere una sua rivale in amore. La destinataria del messaggio ha infatti denunciato l’ex vicedirettore di Raisport mesi prima. Entrambe le signore sono assistite dall’avvocato Teresa Manente, che con l’associazione “Differenza Donna” si è costituita parte civile nel processo in corso davanti al giudice monocratico Paolo Emilio De Simone. Manente ha depositato la chat in questione e portato la seconda vittima, in difesa della prima, in aula. «Mio figlio andava a scuola alle elementari con quelli di Varriale – ripercorre la testimone in aula – e a distanza di 20 anni è capitato di rivederci e cominciare a frequentarci. Non mi aveva parlato di quest’altra donna, dicendo solo che usciva da una storia precedente con una persona poi tornata a vivere col marito».
Siamo a luglio del 2021 e tra Varriale e la testimone la storia comincia a decollare. «Una volta eravamo a cena assieme, da amici, e lui mi chiede di farci un selfie e di pubblicarlo sui miei profili social. Accetto perché non ho niente da nascondere e in seguito a questa pubblicazione comincia a “seguirmi” una donna che non conosco ma che poi ho capito essere quella che aveva una storia con Varriale. Ho capito che voleva farla ingelosire». Per qualche giorno i due si allontanano. Dovevano andare assieme in costiera amalfitana per una premiazione ma lei non se la sente. Lui allora invita l’altra ad accompagnarlo. La situazione tra Varriale e la prima vittima degenera con una aggressione. Secondo il racconto emerso in aula in quelle stesse ore il giornalista contatta l’altra donna, oggi testimone al processo contro il cronista Rai e mantiene con quest’ultima una relazione che prosegue anche quando la storia dell’aggressione della prima vittima finisce su tutti i giornali. Riporta infatti la testimone:
«”Quella tr**ia mi ha denunciato”, mi disse e mi mostrò la misura cautelare (divieto di avvicinamento, ndr). Io mi sentii presa in giro ma lui mi pregò di non lasciarlo solo, cercai di dargli i consigli giusti».
A novembre Varriale prova a smontare il caso bollando la prima vittima come gelosa e manesca. A dicembre poi l’altra aggressione, stavolta sulla seconda compagna, con una escalation fatta di pedinamenti, citofonate insistenti, telefonate anonime dai telefoni della Rai camuffando la propria voce. Ed è proprio dopo quell’aggressione, quando la seconda donna arriva in pronto soccorso, che avviene il contatto tra le due vittime. La donna cerca manda un messaggio alla ex rivale in amore, le racconta cosa ha vissuto. Riporta il quotidiano:
«Ho paura per te, che cosa ti ha fatto? Sto tremando», si sincera da casa la vittima del processo oggi in corso. «Varriale mi ha aggredito come un pazzo. Sono al gemelli e domano vado in commissariato» le spiega lei. «Sto piangendo. Non rimanere sola, chiama qualcuno che ti stia vicino», si raccomanda l’altra. Anche su questo episodio le indagini sono già state chiuse e presto comincerà un nuovo processo.