Intelligenza artificiale, ora anche il ceo di OpenAI suona l’allarme: «Servono nuove regole o può mettersi male»
«La regolamentazione dell’intelligenza artificiale è essenziale». A dirlo, questa volta, è Sam Altman, numero uno di OpenAI, la società che ha creato l’ormai celebre ChatGPT. Nella sua audizione di oggi al congresso americano, Altman si è detto disposto a collaborare con il governo per la stesura di norme che garantiscano un equilibrio tra l’accesso ai benefici della tecnologia e la sicurezza degli utenti. Non solo: «È essenziale che l’intelligenza artificiale sia sviluppata con valori democratici», aggiunge il ceo di OpenAI. Soltanto due mesi fa, in un incontro organizzato da Microsoft a Seattle, Altman aveva elogiato le prestazioni di ChatGPT. Questa volta, di fronte alla commissione Giustizia del senato americano, il dirigente si è mostrato molto più prudente, arrivando addirittura a chiedere un quadro normativo chiaro per «mitigare i rischi» dell’intelligenza artificiale.
Il timore per le elezioni del 2024
A soli 38 anni, Sam Altman è già considerato uno dei volti più influenti del settore high tech americano. La sua OpenAI è l’azienda che più è riuscita a sfruttare finora i vantaggi dell’intelligenza artificiale. «La mia più grande paura è che il campo dell’AI possa fare davvero del male al mondo. Se questa tecnologia prende la direzione sbagliata, diventa veramente sbagliata», ha ammesso Altman. E il pensiero va subito all’impatto che potrebbe avere sulle elezioni presidenziali del prossimo anno. Un tema che, confessa il ceo di OpenAI, «è un’area di grande preoccupazione». Mentre Altman è in audizione al senato americano, la sua azienda si prepara al lancio di un nuovo progetto. La società che ha sviluppato ChatGPT è pronta a rilasciare un altro modello di intelligenza artificiale open source, cioè aperto a contributi esterni. Secondo The Information, si tratterebbe di un nuovo modello generativo di linguaggio, proprio come ChatGPT.
Credits foto: EPA/ Jim Lo Scalzo
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