Decreto Bollette, il testo torna in commissione dopo i rilievi del Quirinale su 4 norme. Il Colle: «Nessun intervento»
Il testo del decreto Bollette torna in Commissione prima del voto in aula a Montecitorio. Il provvedimento prevede lo stanziamento di 4,9 milioni di euro contro i rincari delle bollette di luce e gas. Secondo quanto riferito da fonti di maggioranza, la decisione di rinviare il testo in commissione è legata ai rilievi dei tecnici del Quirinale, che avrebbe rilevato la presenza nel testo di quattro norme che esulano dallo spirito del provvedimento in sé. Dal Colle, però, non arriva conferma: «Nessun intervento, la decisione di ammettere o meno spetta ai presidenti delle Camere». A finire al centro dei rilievi dei tecnici del Colle sarebbero state quattro norme inserite nel testo attraverso emendamenti che risultano non essere omogenee con lo spirito del decreto in sé. Tra queste ci sarebbero tre emendamenti: il primo riguarda la creazione del Polo didattico dedicato alle vittime di Marcinelle, il secondo le visite dei parlamentari nelle carceri senza preavviso e il terzo, relativo alle disposizioni votate per Assoprevidenza a supporto degli investimenti dei fondi pensione nella capitalizzazione delle Pmi. Tutte e tre le norme sono state stralciate dal decreto, che è tornato nelle commissioni Finanze e Affari Sociali della Camera. Un quarto problema sarebbe stato sollevato invece dalla Ragioneria dello Stato e riguarda la norma sulle assunzioni dei ricercatori sanitari di Ircss pubblici (Ircss) e Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs), per cui non ci sarebbero coperture. Il provvedimento finale conterrà norme a sostegno delle famiglie e delle imprese per far fronte ai rincari delle bollette di energia elettrica e gas, ma anche norme in materia di salute (tra cui il contributo statale per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici, l’Iva sul su payback per i dispositivi medici e disposizioni in materia di appalti dei servizi sanitari) e altre norme relative ad adempimenti fiscali. In vista del voto in Aula, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha annunciato che il governo porrà la fiducia sul provvedimento. Il voto è programmato per domani, 18 maggio, con dichiarazioni a partire dalle 13 e inizio della chiama alle 14.30, con votazione finale entro la giornata.
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