Giorgio Parisi e le alluvioni: «Dobbiamo abituarci agli eventi estremi. Cosa possiamo fare? Mettere i doppi vetri alle finestre e i pannelli solari»
Giorgio Parisi dice che l’alluvione in Emilia-Romagna fa parte di quegli eventi estremi a cui dovremo abituarci. Perché dipendono dai cambiamenti climatici. E per combatterli «stiamo facendo pochino». Il premio Nobel per la fisica parla oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Spiega che è certo che i cambiamenti climatici dipendono dalle emissioni di anidride carbonica: «Ci sono modelli dell’atmosfera estremamente precisi che paragonano quanto sarebbe stato l’aumento trascurabile – forse nullo – della temperatura senza CO2 e quello che abbiamo con la CO2». E questo, dice il professore ad Alessandra Arachi, ha già oggi delle conseguenze: «Nelle regioni polari la temperatura è aumentata di 3, anche di 4 gradi per via dell’aria calda che arriva dall’Equatore. All’Equatore va l’aria fredda che arriva dal nord. Succede quindi che sempre più aria calda va verso il nord e sempre più aria fredda verso il sud. Questa circolazione a cui non siamo abituati aumenta l’energia che si accumula nell’atmosfera e che si sfoga negli eventi estremi». L’Italia, secondo Parisi, per combattere il cambiamento climatico deve attuare «una transizione energetica reale. Bloccare la nostra dipendenza dal gas, dal petrolio e passare alle energie rinnovabili. L’Enel sta facendo un’enorme fabbrica di pannelli solari a Catania, non basta ma è qualcosa». Nelle case invece «cominciamo da una cosa semplice: mettere i doppi vetri a tutte le finestre d’Italia. E su tutti i tetti impianti ad energia solare. Con questa mole di lavori si darebbe anche molta occupazione».
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