La ragazza vittima dello stupro di Capodanno a Roma: «Ricordo la maglietta macchiata di sangue e che tutti mi dicevano “sgualdrina”»
La ragazza vittima di stupro a Capodanno 2021 a Roma racconta la sua storia. Lei all’epoca aveva sedici anni, gli accusati dai 17 ai 20. Patrizio Ranieri è stato rinviato a giudizio mentre il nipote di De Mita Simone Ceresani e tre sue amiche sono accusati di spaccio. Oggi dice di non ricordare perfettamente cosa accadde quella notte, ma di avere dei flash: «Vedo me che arrivo con le amiche a Primavalle, beviamo, parliamo e c’è la musica. Poi finiamo tutti su un letto. C’è chi si fa di coca e di canne. Fumo uno spinello anch’io, mi offrono una sigaretta alla cocaina. Ma c’era dell’altro dentro perché ho sentito il cervello bruciare, ero incosciente», dice a la Repubblica. Ricorda anche altro: «Me che salgo le scale, un bagno, due ragazzi, Patrizio con la maglietta macchiata di sangue. Io sul divano, tutti attorno mi dicono “Sgualdrina”. Dopo, il buio. E il risveglio».
La storia di Bianca
La storia di Bianca attraversa anche un tentativo di suicidio. Mentre gli indagati sostengono che nessuno l’abbia costretta. E le analisi del Dna hanno certificato che quello degli accusati non è stato trovato sui vestiti di lei. Le chat degli indagati avevano confermato la presenza di droghe e alcool durante la serata. Mentre si era parlato di pistole puntate nei confronti degli ospiti e della vittima che aveva cercato di scansarli senza successo. Lei oggi ricorda «il corpo pieno di lividi, la testa dolorante. Mi avevano tirata per i capelli. Non avevo le mutandine, le ho viste appese su una parete. Una sorta di albero dello stupro con altra biancheria», ricorda nell’intervista con Romina Marceca. Nella quale dice che forse sarebbe stato utile indossare i pantaloni invece della minigonna: «La Bianca di allora lo ha creduto, era disperata. Tant’è che ai carabinieri ho detto: “Indossavo i pantaloni”. Ero convinta che mi avrebbero preso per puttana se dicevo che ero in minigonna».
La relazione con Ranieri
La difesa sostiene che Bianca ebbe una relazione con Patrizio Ranieri dopo lo stupro. Bianca risponde così: «Sì, ma io non avevo un ricordo negativo di lui. Non pensavo che mi avesse stuprata. Quando ci siamo rivisti lui mi ha abbracciata, mi ha detto che mi avrebbe protetta. Ero fragile e pensavo, dopo quella sera, di essere utile solo a quello. Abbiamo avuto un rapporto». Mentre le sue amiche l’hanno attaccata: «Mi hanno detto che se non avevano più il cellulare e dovevano subire tutte quelle domande era per colpa della mia denuncia». Dice che quelle ragazze le conosceva da anni: «Piangevamo delle nostre disgrazie, legate in un modo difficile da spiegare. Eravamo anime sofferenti. Io avevo i genitori separati, un’altra era vittima dei bulli, una a 10 anni ha visto il padre accoltellare la madre. La quarta soffriva la lontananza dei genitori e spacciava. E poi c’era la Pugile. Sua madre le diceva di non mangiare e fumare per dimagrire. Avevo tentato di aiutarla. È diventata cocainomane e Simone Ceresani è stato fondamentale in questo percorso. Lui si faceva di Md, tutti si fanno di ecstasy a 20 anni».
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