Michel Houellebecq si scusa con l’Islam: «E sul film porno sono stato tradito»
Michel Houellebecq si scusa con l’Islam. E dice che sul film porno è stato tradito. In un’intervista al Corriere della Sera lo scrittore fa marcia indietro sulle sue accuse alla religione islamica. L’occasione è il nuovo libro “Qualche giorno della mia vita”, edito in Italia da La Nave di Teseo. «Sono stato stupido a non rileggere con maggiore attenzione quel testo. Era molto lungo è vero, ma visti i precedenti avrei dovuto fare più attenzione». Dice di aver cambiato idea: «Sui musulmani in generale, sì. Diciamo che ho preso coscienza che certe cose sono dettagli. Non me ne importa nulla che le donne indossino il burkini in spiaggia, o che ci siano le macellerie halal. Basta con questa ossessione dell’assimilazione forzata, basta con il modello ripetuto allo sfinimento degli “italiani e polacchi che hanno saputo diventare francesi”. Non sono più d’accordo con certe idee dei miei amici di destra».
I Pink Floyd e i Sex Pistols
Sul film porno Houellebecq dice che «una scrollata di spalle sarebbe stato un atteggiamento punk. Ma io non sono mai stato punk. Ho sempre amato i Pink Floyd, non i Sex Pistols. Gli anni Settanta sono stati un grande periodo in Francia, tutto andava bene… Non abbiamo avuto gli Anni di piombo come voi in Italia. Ogni tanto mi riguardo i Pink Floyd a Pompei, magnifico». Poi racconta di nuovo la sua versione della storia: «Non volevo partecipare al film porno di Kirac, anche se non ho niente contro la pornografia». E allora che cosa è andato storto? «Io e mia moglie abbiamo girato alcune scene con Jini van Rooijen, la ragazza amica dello Scarafaggio. Erano destinate al suo account Onlyfans, che credevo fosse una cosa privata. Quando ho capito che era pubblico e a pagamento, ho negato l’assenso».
L’Oca e la fidanzata più giovane
Lo scrittore chiama la ragazza che ha recitato con loro due “L’Oca”. Poi racconta nel colloquio con Stefano Montefiori: «Io e una ex una volta ci siamo registrati, ogni tanto guardo quel video con piacere. Mi fece scoprire i Nirvana e YouPorn. I vantaggi di avere fidanzate più giovani». Ma non teme di essere accusato di sessismo per il soprannome: «No, per niente. È meritato, così come lo sono gli altri. A mia volta io ho ricevuto i loro insulti in molte interviste. Sono persone malvagie, che agiscono per soldi e per pubblicità. Il problema non è la pornografia ma l’inganno».