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Decreto Romagna, i soldi del governo per la ricostruzione: «Ma ci vuole un Piano Marshall da 8 miliardi»

22 Maggio 2023 - 06:15 Redazione
decreto romagna governo meloni ricostruzione piano marshall
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Pronti i primi 300 milioni presi dai fondi dell'Unione Europea. Il commissario sarà Bonaccini

Il governo Meloni prepara sull’Emilia-Romagna alluvionata un intervento in due fasi. Le prime risorse serviranno per l’emergenza. Poi arriveranno i soldi per la ricostruzione. Giorgia Meloni vuole nominare il presidente della Regione Stefano Bonaccini come commissario per l’emergenza. E metterà da subito a disposizione una cifra che va dai 100 ai 200 milioni di euro. A Palazzo Chigi c’è una lista dei comuni più colpiti tra le province di Forlì, Cesena e Ravenna. Ma il pezzo forte sarà la ricostruzione. Per la quale le stime per adesso sono importanti: si parla di miliardi di euro. Fino a otto, secondo Il Resto del Carlino. Che annuncia anche un Piano Marshall come dopo la guerra. E segnala che il primo intervento deve riguardare le case. Molte rischiano di dover essere abbattute.

100 milioni subito

Il decreto il governo lo licenzierà martedì durante il consiglio dei ministri convocato appositamente. Le modalità sono in via di definizione, ma almeno per le imprese sembra chiara l’idea di affidarsi al modello Covid. Come? Rendendo gratuito l’accesso ai prestiti del Fondo Centrale per le Imprese alle quali le aziende si sono affidate anche durante la pandemia. Secondo La Stampa però i decreti alla fine potrebbero essere anche due. I soldi verranno attinti dal Fondo di solidarietà per le emergenze dell’Unione Europea. L’aiuto potrebbe arrivare fino a 300 milioni. Ma per ottenere i soldi servirà una mappatura dei danni. Scartata per ora l’ipotesi di attingere ai fondi del Recovery Plan. Intanto il ministro Adolfo Urso ha dato disposizione per creare una serie filatelica con sovrapprezzo. I soldi saranno destinati alla ricostruzione.

8 miliardi quando?

Per ora i tecnici della Regione stimano i danni in 4-5 miliardi di euro. Ma per molti la stima è al ribasso. La conta potrebbe raddoppiare. Il primo fronte sono le case. Terminata la fase dell’emergenza e lo svuotamento dal fango scatterà quella ispettiva. E si rischia di trovare molte abitazioni al limite dell’agibilità, se non oltre. A quel punto bisognerà fare un censimento degli edifici che necessitano di essere abbattuti. E trovare una soluzione per chi ci abitava e ancora oggi ci abita. Una fase nella quale con il governo bisognerà anche gestire le demolizioni. Stessi problemi, più o meno, per le strade. Quelle crollate non potranno essere ripristinate. È probabile che debbano essere riprogettate dall’inizio. Ci vorrà quindi tempo. E soldi.

Le frane

Poi ci sono le frane. L’Appennino, spiega il quotidiano, è distrutto. Il maltempo ha colpito il bacino idrogeologico ma ha anche cambiato la morfologia. Sono nati nuovi smottamenti a cui si dovrà fare fronte. Questo richiede competenze importanti e una mappatura del territorio. Sul commissario, il ruolo pare ritagliato perfettamente sulla figura di Bonaccini. Ma saranno necessario anche le casse d’espansione che l’Emilia-Romagna finora ha centellinato. «Siamo pronti a fare la nostra parte, rinasceremo più forti», ha detto ieri la premier.

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