Anche Annalena Benini difende Lagioia, la nuova direttrice del Salone del Libro: «In quella protesta avrei fatto come lui»
Anche per quest’anno, il Salone del Libro di Torino si è concluso, ma le polemiche che trascina dietro di sé ancora no. In particolare, quelle relative alla contestazione di Extinction Rebellion e Non una di meno alla ministra Eugenia Roccella. A intervenire questa volta è Annalena Benini, neodirettrice del Salone, che difende il suo predecessore Nicola Lagioia: «Ha il mio totale sostegno. Se avrei fatto la stessa cosa? Assolutamente sì». Dopo la protesta contro Roccella, lo scrittore è intervenuto sul palco per provare – senza successo – a placare gli animi. Non abbastanza per la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, che l’ha aggredito verbalmente: «Vergogna, sei stato vergognoso», ha ripetuto la parlamentare. In merito alle polemiche, ora Benini aggiunge: «Spero che non accadano più cose come quelle che sono successe. Ci sono state polemiche in passato, può darsi ce ne siano in futuro e le gestiremo, ci comporteremo nel miglior modo possibile».
E a chi le chiede se episodi come quello di quest’anno mettano a rischio il pluralismo di opinioni al Salone del Libro, la neodirettrice risponde senza esitazioni: «Non temo per l’indipendenza del Salone, assolutamente no. La garanzia dell’indipendenza è la squadra di lavoro, il sostegno di tutti e credo che sia anche il mio pensiero, la mia personalità. Non mi sembra proprio che ci sia mancanza di pluralismo. C’è spazio per tutti e ce ne sarà sempre». Infine, un ringraziamento al suo predecessore, che lascia la guida del Salone con un’edizione da record: 215mila visitatori, il dato più alto di sempre. «Con questi risultati è come partire con la rincorsa – commenta Benini -. Questi giorni sono stati di osservazione, studio e lavoro, ma anche di grande piacere. Il successo di questa edizione è frutto del lavoro straordinario di tutti, di Nicola Lagioia, della squadra del Salone, del comitato editoriale e della passione che tutti ci mettono perché ognuno porta qualcosa di sé».
Credits foto: ANSA/Tino Romano
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