«Dai diamanti non nasce niente dalla focaccia barese nascono i pomodor», il caso delle piante cresciute tra le alghe a Bari
La scoperta di alcune piante di pomodoro cresciute sulla posidonia in un punto del lungomare Sud di Bari è di Ilaria D’Aprile, educatrice alla sostenibilità ambientale e presidente dell’associazione Essere Terra. Un ritrovamento del tutto casuale avvenuto lo scorso venerdì che ha scatenato un dibattito nel capoluogo pugliese tra chi è rimasto affascinato dal fenomeno naturale e chi invece dubita che semi presumibilmente cotti possano aver germogliato. Una discussione a cui la stessa D’Aprile ha provato a rispondere con una sintesi delle posizioni in ballo: «”Per amore della verità scientifica”, sentenziano i sapienti. “Per amore della bellezza” ribattono gli estesi. “Oh” fanno i bambini». La teoria avanzata sin dall’inizio da chi ha scoperto quelle piantine è che siano nate dai pomodori della tipica focaccia barese, che però non piacendo proprio a tutti si ritrovano spesso e volentieri sui marciapiedi vicini ai panifici, o peggio ancora tra gli scogli del lungomare: «È usanza tra alcuni baresi buttare a terra il pomodoro della focaccia. Per ragioni che faccio molta fatica a comprendere – scrive D’Aprile – quel pomodoro così saporito, annegato nell’olio e amalgamato nell’impasto al profumo di origano, è loro inviso, schifato e buttato ovunque capiti. Accade spesso che la focaccia si mangi nganne – cioè affacciati – a mare su di una panchina. Il pomodoro lanciato oltre il parapetto giace spiaccicato sui frangiflutti. Solitamente quella vista è poco attraente ma… metti che il pomodoro finisca su di uno strato di posidonia. Metti un maggio eccezionalmente piovoso: et voilà». Perciò, ipotizza D’Aprile «lo strato di alghe potrebbe aver fatto da fertilizzante ed ecco che ora c’è una distesa di piantine».
Il dibattito tra gli stupiti e gli scettici
La teoria di D’Aprile, con tanto di citazione di Fabrizio De André «Dai diamanti non nasce niente dalla focaccia barese nascono i pomodor», però non trova tutti d’accordo. C’è infatti chi non crede che quei semi passati dal forno ad alte temperature possano essere stati in grado di generare quelle piante. Ma c’è anche chi resta affascinato dal fenomeno, per tanti certo ancora misterioso, ma forse anche per questo ancor più interessante. «Ci sono cose della natura, la maggior parte direi, che appartengono al mistero e suscitano in noi meraviglia – chiosa D’Aprile nel suo ultimo post – che è maestra di biofilia perché ci invita ad avere quel tocco amorevole che ancora ci manca e che è indispensabile per sostenere la vita, quella di tutti».
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