Guerra in Ucraina, Belgorod ancora sotto attacco. Il Cremlino: «Siamo preoccupati»
La regione di Belgorod, al confine tra Ucraina e Russia, è da ieri sotto attacco. A confermarlo è il governatore, Vyacheslav Gladkov, che – citato dal media russo Ostrazhno Novosti – ha sottolineato come numerosi villaggi della regione abbiano subito pensanti bombardamenti «con fuochi di mortaio e artiglieria». Tra i villaggi colpiti ci sarebbero Golovchino, Antonovka, Kozinka, Spodaryushenoe Glotovo. Mentre i residenti di nove centri abitati sono stati evacuati a causa dei combattimenti. «Hanno sparato su edifici residenziali e civili e sono stati lanciati ordigni esplosivi da un drone», ha affermato Gladkov sottolineando che 12 civili sono rimasti feriti e 29 case e tre auto sono state danneggiate. Per il Cremlino, che tramite il suo portavoce Dmitry Peskov si è detto «preoccupato» e ha avviato un’indagine per «terrorismo», si tratterebbe di un’operazione di «sabotatori» proveniente dall’Ucraina per distogliere l’attenzione dalla conquista di Bakhmut. Per questo motivo, la Russia – continua il funzionario russo – continua la sua «operazione militare speciale in Ucraina anche per impedire che si verifichino ancora episodi come l’incursione dal territorio ucraino nella regione di Belgorod».
Kiev, dal canto suo, ha invece negato ogni responsabilità attribuendo l’attacco alla «resistenza violenta» della Russia. «La situazione nella regione di Belgorod è una prevedibile crisi interna russa che si stava preparando anche prima dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia», ha scritto sul suo canale Telegram la vice ministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar. «Per quanto ne sappiamo, si tratta di patrioti russi. Persone che si sono ribellate al regime di Putin. Perché quello che Putin sta facendo alla Federazione Russa facendoci la guerra è una fonte di malcontento per tutti i russi consapevoli – prosegue la vice ministra -. E il fatto che ora si vergognino di tirare fuori il passaporto, che si vergognino di mostrare al mondo che sono cittadini russi, prima o poi doveva portare proprio a quello che sta accadendo nella regione di Belgorod», ha concluso.
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