Il principe Harry perde il ricorso: niente scorta a pagamento nel Regno Unito
Niente da fare: il ribelle principe Harry non potrà pagarsi di tasca propria una scorta della polizia, per tutelare la sua famiglia durante i soggiorni nel Regno Unito. Da quando il Duca di Sussex ha abbandonato la Nazione e tagliato i ponti con i suoi consanguinei reali, ha infatti perso il diritto a venire protetto dagli agenti di Scotland Yard, come è invece previsto per i membri di alto rango dei Windsor. Il comitato governativo per la protezione dei reali e dei personaggi pubblici (noto come Ravec) aveva già respinto la richiesta del principe, e i suoi avvocati avevano avviato una seconda azione legale all’Alta corte di Londra contro il ministero dell’Interno. Adesso, però, il giudice ha deciso di non ammettere il ricorso. Lo riporta la Bbc, che spiega anche come l’istanza è stata ritenuta «irricevibile», dopo aver ascoltato preliminarmente le parti in una precedente udienza, e ancora prima di entrare nel merito dell’azione legale.
Sì a una protezione episodica
L’Alta Corte ha infatti ritenuto, in accordo con la motivazione dell’Home Office, che la polizia potrà dare episodicamente tutela ai Sussex, a propria discrezione. Ma da qui a concedere di prassi scorte a vip o a persone facoltose, dietro pagamento privato, ce ne vuole: il rischio è infatti alimentare situazioni di privilegio. La notizia arriva a distanza di pochi giorni dalla notizia secondo cui il duca, sua moglie Meghan Markle e la madre di lei, Doria Ragland, sarebbero stati coinvolti in un «inseguimento in macchina quasi catastrofico» da parte di alcuni paparazzi a New York. Circostanza tuttavia ridimensionata, in un secondo momento, dalla polizia di New York: «Il duca e la duchessa del Sussex sono arrivati a destinazione e non sono stati segnalati incidenti, convocazioni, feriti o arresti». Parole che hanno dunque smentito la somiglianza con il tragico precedente storico che segnò l’epilogo della vita della principessa Diana.
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