Per un milione di guariti dal tumore in arrivo il diritto all’oblio oncologico
Sta per arrivare il «diritto all’oblio» per gli ex pazienti oncologici italiani. A parlarne oggi è il Sole 24 ore. Il provvedimento, che interesserebbe un milione circa di persone, prevede, per chi ha concluso le terapie da 10 anni lo stop a informazioni e clausole nella stipula di polizze, prestiti, mutui e nelle adozioni. Da giovedì prossimo in commissione Affari sociali della Camera riparte l’esame di quattro Ddl con l’appoggio di maggioranza e opposizione. Obiettivo politico è arrivare a un testo unico, con approvazione da entrambi i rami del Parlamento, entro fine estate. «È una questione al centro dell’azione politica della Commissione – conferma il presidente della Affari sociali della Camera Ugo Cappellacci (Forza Italia) – come dimostrato anche dalla collaborazione con il ministro Schillaci sul Piano oncologico. Sono convinto che le forze politiche raggiungeranno un incontro significativo delle rispettive volontà».
Come funziona negli altri paesi
La Francia è il primo Paese che ha stabilito il diritto all’oblio per chi ha lottato contro il tumore. Dopo dieci dalla fine delle terapie, cinque per chi ha contratto la malattia sotto la maggiore età, c’è il diritto alla riservatezza nei confronti di assicuratori e istituti di credito. Dopo i francesi provvedimenti similari sono stati adottati in Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e per ultima la Spagna. Quest’ultima non ha ancora deliberato ma il premier Sanchez ha promesso una legge entro l’estate.
Cosa prevedono i quattro ddl sul diritto all’oblio oncologico
Attualmente sono quattro i disegni di legge depositati: due della maggioranza (a prima firma di Patrizia Marrocco di Forza Italia e di FdI) e due dell’opposizione (Maria Elena Boschi di Iv e Marco Furfaro del Pd). hanno misure molto simili tra loro e tutti prevedono il diritto all’oblio dai 10 anni dalla conclusione delle terapie (5 anni per chi ha avuto la diagnosi in minore età o prima dei 21 anni). Due dei disegni di legge, inoltre, prevedono l’istituzione di un supervisore per l’applicazione della legge, un Garante o una Consulta per «la parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche».
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