In Evidenza Cop29Donald TrumpGoverno Meloni
ECONOMIA & LAVOROCommissione UEGoverno MeloniRecovery PlanTasseUnione europea

La Commissione Ue striglia l’Italia sui ritardi sul Pnrr e stoppa la flat tax: «Attuare riforma fiscale garantendo progressività»

24 Maggio 2023 - 15:26 Maria Pia Mazza
Da Bruxelles viene richiesto di «garantire una politica fiscale prudente». Gentiloni: «Accelerare attuazione del Pnrr: sono priorità in linea con lo sviluppo sostenibile»

Accelerare sul Pnrr usando correttamente i fondi europei, ridurre il debito eliminando le misure di sostegno all’energia entro la fine del 2023 e garantire una politica fiscale «prudente preservando la progressività del sistema tributario e migliorandone l’equità, in particolare razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali». Sono queste le tre principali raccomandazioni fornite dalla Commissione Europea all’Italia nel semestrale documento sulle Raccomandazioni inviate a tutti i Paesi membri nel cosiddetto “Pacchetto di primavera” relativo al secondo semestre 2023, e sulla cui base si formuleranno le politiche economiche e la legge di bilancio del 2024. Nel documento da Bruxelles viene ribadito «un rischio crescente di ritardi» nella gestione del Pnrr, mentre la Commissione ha comunicato di aver deciso di evitare procedure per deficit eccessivo nel 2023, dato il patto di stabilità in sospeso, rimandando il ripristino delle normali procedure di bilancio alla primavera del 2024.

Le principali raccomandazioni all’Italia

Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, la Commissione invita a eliminare le misure di sostegno alla lotta al caro energetico entro la fine del 2023, utilizzando i relativi risparmi per ridurre il deficit pubblico. Qualora dovessero invece registrarsi nuovi rincari energetici, i fondi di sostegno dovranno essere “travasati” per sostenere e tutelare le famiglie e le imprese vulnerabili. Quanto alla politica fiscale, questa dovrà mantenersi su livelli di «prudenza», in particolare non sforando il tetto dell’1,3% (con un margine di manovra dello 0,5%, ndr) nella spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024. Il terzo punto riguarda invece gli investimenti pubblici finanziati su scala nazionale. In questo aspetto rientra l’uso dei fondi europei, in particolare quelli del Pnrr, da concentrare nella transizione verde e digitale, e di completare rapidamente il capitolo RePowerEe e di avviarne rapidamente l’attuazione» e di «procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione». Resta infatti l’obiettivo di «ridurre la dipendenza dai combustibili fossili», in favore della «diversificazione delle importazioni di energia e una mobilità sostenibile». L’Unione europea chiede inoltre al governo di accelerare sul Pnrr, per procedere verso un’attuazione «continua, rapida e costante», sollecitando un «rafforzamento della capacità amministrativa».

Ridurre le tasse sul lavoro, no alla flat tax e la riforma del catasto

Ma non solo. Nel documento presentato oggi il governo viene richiamato a «ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e rendere più efficiente il sistema tributario», adottando e attuando la legge delega sulla riforma tributaria, «preservando la progressività del sistema tributario e migliorandone l’equità, in particolare razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali, compresa l’Iva e le sovvenzioni dannose per l’ambiente». Si tratta sostanzialmente di una bocciatura della flat tax, come recentemente ribadito anche da Bankitalia. Ma c’è un ulteriore aspetto da tenere in conto, rimasto in sospeso da tempo: la riforma del catasto. All’Italia viene chiesto di «allineare i valori catastali con gli attuali valori di mercato», al fine di poter procedere con opere e destinazione dei fondi in edilizia sostenibile e green.

Gentiloni: «Accelerare attuazione del Pnrr»

Il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni, a margine della presentazione del documento, ha sottolineato che per quanto riguarda le modifiche al Pnrr dell’Italia «non dobbiamo guardare a delle scadenze formali: la realtà ci dice che l’Italia dovrebbe richiedere una quarta erogazione a giugno e una quinta a dicembre. È chiaro che per mantenere questo tipo di ritmo serve che la discussione sulle più che legittime richieste di modifiche avvenga il prima possibile: è difficile farla dopo giugno se si vuole mantenere il ritmo delle erogazioni stabilite». Gentiloni ha sottolineato che si tratta di un problema «sostanziale» più che formale, e a cui «la Commissione tiene molto perché il successo del Piano italiano è anche quello dell’Unione Europea». Il Commissario all’Economia ha anche ribadito l’importanza dei fondi europei e del Pnrr, non solo in Italia: «Le priorità che presentiamo sono in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e riflettono la necessità di portare avanti riforme e investimenti, in particolare attraverso il Pnrr. Il Recovery resta lo strumento più solido che abbiamo per gli investimenti e le riforme – ha proseguito Gentiloni – ma le differenze nell’attuazione dei piani nazionali si fanno più evidenti. Per questo nelle nostre raccomandazioni invitiamo i Paesi membri ad accelerare o a continuare nell’attuazione dei piani nazionali, a seconda dei casi».

Fondi per l’Emilia Romagna esclusi dal calcolo deficit

Sul fronte fiscale, Gentiloni ha poi ricordato come «nel contesto attuale, stiamo passando da una crisi e siamo ancora in un contesto di alta inflazione. Resta essenziale un forte coordinamento della politica di bilancio dell’Ue. Abbiamo anche bisogno di un coerente mix di politiche fiscali e monetarie per facilitare il compito di frenare l’inflazione. Le politiche fiscali dovrebbero essere prudenti e sostenere la crescita». Infine, quanto ai fondi da destinare all’Emilia-Romagna, Gentiloni ha ricordato che «l’Italia ha dodici settimane per accedere al Fondo di solidarietà, vedremo le richieste italiane», e ha concluso: «Nelle raccomandazioni economiche si sottolinea che le spese per affrontare disastri naturali come quello in Emilia-Romagna sono considerate una tantum e quindi non sono conteggiate nel normale conteggio di finanza pubblica a livello europeo, come è già successo in passato».

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti