Emilia-Romagna, l’informativa di Musumeci alla Camera: «23 mila sfollati, 622 strade chiuse e 54 mila utenti senza elettricità»
Il ministro della Protezione civile è alla Camera, la mattina del 24 maggio, per un’informativa urgente sul cataclisma che si è abbattuto in Emilia-Romagna. Nel pomeriggio, la riproporrà al Senato. La conta dei danni che fa Nello Musumeci è di proporzioni immani: le strade chiuse sono 622, a causa di esondazioni che hanno riguardato 23 fiumi, le frane attive sono un migliaio di cui 305, le più significative, concentrate in 54 Comuni. Non è ancora quantificabile il costo per riportare il territorio emiliano-romagnolo alla situazione precedente al cataclisma. L’alluvione ha causato la morte di 14 persone, mentre «la 15esima vittima non pare non essere strettamente legata all’evento alluvionale», precisa Musumeci. Lo Stato si farà carico, assicura il ministro, attraverso la struttura commissariale, delle esequie «nel limite di 1500 euro per ciascuna vittima». Non si sbilancia sull’estensione dello stato di emergenza ad altre Regioni: «Gli eventi del 16 maggio hanno coinvolto anche alcune porzioni del territorio di Marche e Toscana. Sono già in corso le attività tecniche, come richiesto dalle stesse Regioni, a cura della Protezione civile, per la valutazione dell’impatto che gli eventi hanno avuto, ai fini di deliberare lo Stato di emergenza anche in questi due territori».
Musumeci riporta il numero delle persone evacuate, circa 23 mila. Per aiutarle economicamente nelle nuove sistemazioni, è stata prevista «l’assegnazione di un contributo ai nuclei familiari fino a 900 euro mensili». Nello specifico, «400 euro per i nuclei monofamiliari, 500 per le famiglie con due persone, 700 per quelle con tre, 800 per quelle con quattro». Inoltre, si registrano circa 54mila utenze rimaste senza energia elettrica, disservizi all’utenza mobile per alcune decine di migliaia di utenti, «mentre la telefonia fissa vede una utenza non alimentata di 14.600 unità». Il ministro della Protezione civile non risparmia una critica al sistema Paese, sostenendo che l’Italia è una Nazione più propensa a ricostruire che a prevenire. «Calamità come quelle dell’Emilia-Romagna non possono essere evitate, ma si possono e si debbono ridurre gli effetti disastrosi che l’evento produce, e questo lo si deve fare con un’azione di prevenzione strutturale e una strategia unitaria, che finora è mancata». Musumeci ricorda che dal 1968, anno del terremoto del Belice, ad oggi, «l’Italia ha perso oltre 5 mila suoi cittadini in eventi calamitosi e ha speso circa 165 miliardi per la ricostruzione nei vari eventi sismici, alluvionali, franosi e di altra natura». Tornando all’emergenza emiliano-romagnola, Musumeci riferisce che «il ministero della Cultura sta monitorando i possibili danni ai beni culturali, non solo di monumenti e arti minori, ma anche del patrimonio bibliografico e archivistico in parte duramente compromesso».
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