Anica Panfile, il giallo della donna trovata morta nel Piave. Svolta dall’autopsia: si indaga per omicidio
Scartata l’ipotesi del suicidio, sulla morte di Anica Panfile la procura di Treviso indaga per omicidio volontario dopo la svolta arrivata dall’autopsia sulla 31enne trovata senza vita la scorsa domenica sul greto del fiume Piave, a Spresiano. Era stato un pescatore a ritrovare il corpo della donna incagliato in pochi centimetri d’acqua sotto un viadotto. Circostanza che aveva fatto immaginare in un primo momento al gesto volontario, per quanto l’ipotesi apparisse da subito debole: il punto da cui la donna sarebbe caduta è raggiungibile solo percorrendo a piedi un tratto di autostrada e sarebbe poi stata ripresa dalle telecamere. Alcuni conoscenti, tra cui un’amica, aveva parlato dei problemi economici che tormentavano la donna nel recente passato. Per il caso sono state ascoltate già alcune persone, tra cui il convivente della donna e il proprietario della casa in cui faceva le pulizie la vittima. Al momento comunque non ci sono indagati.
Le ferite alla testa
L’esito dell’autopsia però ha portato a un cambio di rotta nelle indagini. Come riporta il Corriere della Sera, sul corpo di Panfile sono state trovate «numerose lesioni contusive», in particolare alla testa e al volto che «hanno considerate la causa del decesso» secondo i medici legali. L’ipotesi degli inquirenti ora è che Panfile sia stata colpita alla testa e poi gettata nel fiume quando ormai era morta. Nei polmoni della donna poi non sarebbe stata trovata acqua.