Il caso dell’uomo morto a Milano contagiato dalla Candida auris, Bassetti avverte: «Alta mortalità: più attenzione in ospedale»
Il caso dell’uomo morto oggi 26 maggio all’ospedale Sacco di Milano dopo essere stato contagiato dal fungo Candida auris dovrebbe innanzitutto mettere in guardia chi lavora in ospedale, spiega l’infettivologo Matteo Bassetti all’AdnKronos, che invita i colleghi a un «gran lavoro di controllo delle infezioni» considerando l’alta pericolosità del fungo. L’uomo morto a Milano era stato ricoverato per un ictus, dopo essere rientrato in Italia dalla Grecia. Dagli esami del Sacco sono emerse diverse positività, tra cui quella alla Candida auris che lo avrebbe contagiato prima del suo ritorno in Italia, dove il fungo era stato identificato per la prima volta nel 2019. All’epoca era emerso un focolaio che aveva interessato poi le regioni del Nord durante il periodo pandemico, come ricorda l’AdnKronos che cita il sito dell’Iss. Dalla prima identificazione, erano stati registrati tra importati e autoctoni circa 300 casi, in particolare tra la Liguria e l’Emilia Romagna.
Soprattutto durante il periodo della pandemia di Covid, i contagi di Candida auris sono aumentate negli ospedali degli Stati Uniti. Secondo i dati dei Cdc pubblicati sugli Annals of internal medicine, nel 2021 sono triplicati i casi resistenti al farmaco più usato per il trattamento delle infezioni da questo fungo, le achinocandide. Ed è proprio nella capacità di resistere al trattamento farmacologico che Bassetti indica la grande pericolosità di un fungo che «conosciamo bene perché abbiamo avuto in Italia diversi casi, anche mortali – spiega il direttore di Malattie infettive del San Matteo di Genova – e che dobbiamo combattere perché può colpire chi è ricoverato in ospedale. Purtroppo è il frutto dell’utilizzo inappropriato degli antibiotici – spiega Bassetti – e nel caso specifico gli antifungini, che ha reso la candida più resistente. È quindi un microrganismo resistente ai farmaci, che ha un’elevatissima mortalità che può arrivare al 50%, quindi uno su due di chi è colpito può rischiare la vita». Secondo Bassetti non è il caso di allarmarsi, ma di certo negli ospedali l’attenzione deve restare alta, perché la Candida auris «attacca i più fragili, gli anziani o chi ha un catetere venoso, i tubi tracheali, che hanno un sistema immunitario che non funziona bene».
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