Meloni prova a rassicurare sul Pnrr: «Siamo nei tempi». Alluvione in Emilia Romagna: «Decenni di ritardi: serve una svolta»
Alluvioni in Emilia-Romagna, riforme istituzionali, Pnrr, sostegno all’Ucraina. Nella lunga intervista rilasciata da Giorgia Meloni al quotidiano romano Il Messaggero, la premier rivendica innanzitutto gli sforzi del governo per far fronte all’emergenza maltempo. «Abbiamo mobilitato oltre due miliardi per intervenire nell’immediato. Non ricordo in passato una simile cifra messa sul piatto in 72 ore – spiega Meloni -. Siamo consapevoli che non è sufficiente e siamo già al lavoro per la misure sulla ricostruzione. Mettere in sicurezza l’Italia è una sfida epocale». E proprio sulla questione della scarsa cura del territorio, la premier ammette l’esistenza del problema e annuncia: «Bisogna cambiare paradigma. Nessuno ha la bacchetta magica ma è arrivato il momento di immaginare un modello completamente nuovo, che sappia responsabilizzare tutte le amministrazioni coinvolte e permetta di realizzare le opere necessarie, velocemente e bene». A chi si dice sorpreso della stretta collaborazione bipartisan con il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, Meloni risponde che «è un dovere delle istituzioni collaborare per risolvere i problemi dei cittadini». Sulla questione del commissario per l’emergenza, però, la premier glissa: «In questo momento il mio principale problema non è chi spende i soldi ma trovarli, capire le cose da fare e quali procedure vanno migliorate».
Pnrr e fondi europei
Per quanto riguarda la questione Pnrr, Meloni precisa che il governo è alle prese con una revisione che «richiede una verifica attenta per scongiurare il rischio di fare in fretta e male». La premier esclude che il governo possa sforare le scadenze imposte da Bruxelles per la revisione del piano: «Siamo nei tempi, e lo dimostra il fatto che ad oggi solo 5 Stati hanno presentato la proposta di revisione del Piano con l’integrazione del RePowerEU. Faremo tutto quello che c’è da fare per far arrivare queste risorse a terra, in modo utile ed efficiente». Meloni ammette che la capacità di spesa «è un problema storico» dell’Italia e precisa che dalla verifica sullo stato di attuazione delle politiche di coesione 2014-2020 solo il 34% dei 126 miliardi programmati è stato effettivamente speso.
Le riforme istituzionali
Infine, il capitolo riforme istituzionali, messo momentaneamente in pausa tra vertici internazionali e situazioni di emergenza. «È un confronto che certamente proseguirà, siamo solo all’inizia ed è ancora presto per dire quale sarà la proposta che formalizzerà il governo, ma sono molto ottimista», dice Meloni. Insomma, qualunque sia la riforma che presenterà l’esecutivo, la parola d’ordine resta la stessa: stabilità dei governi. «Chi vince le elezioni deve poter governare per cinque anni, avere gli strumenti per farlo con velocità ed efficienza e alla fine rimettersi al giudizio del popolo. Senza ribaltoni, senza inciuci di palazzo, senza giochi di poltrone. Far entrare l’Italia nella Terza Repubblica è un obiettivo alla portata di mano».
Credits foto: ANSA/PALAZZO CHIGI | La premier Giorgia Meloni in occasione del comizio per la conclusione della campagna elettorale a Catania (26 maggio 2023)
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