Chi è Stefano Bandecchi, il neosindaco di Terni che non si accontenta: «Ora mi prendo l’Umbria, poi Roma»
Come si descrive il nuovo sindaco di Terni? «Una personalità poliedrica che ritrae perfettamente il modo di essere e operare, sempre con grande integrità». Stefano Bandecchi, «l’imprenditore dai mille ruoli», scrive sul suo sito internet personale. Ha vinto il ballottaggio nel capoluogo umbro, ribaltando il risultato del primo turno: il 14 e il 15 maggio, aveva ottenuto il 28,14% dei voti, contro il 35,81% del suo avversario, Orlando Masselli, candidato del centrodestra. Senza il supporto di una grande coalizione, al secondo turno, Bandecchi ha ricevuto il 54,62% delle preferenze, contro il 45,38% di Masselli. Il centrodestra perde così la città che aveva amministrato, negli ultimi cinque anni, con Leonardo Latini. Bandecchi è il coordinatore nazionale di Alternativa popolare, partito di centrodestra fondato, nel 2017, da Angelino Alfano. È l’unico candidato ad aver vinto in uno dei 13 capoluoghi al voto, nella tornata di amministrative iniziata due settimane fa, senza il supporto dei grandi partiti. Oggi, 29 maggio, esulta: «Sarà un grande onore amministrare una città come questa dove potremo fare la differenza, insieme, con impegno e dedizione. Con il nostro programma finalmente Terni avrà un’amministrazione attenta alle esigenze dei cittadini ma, soprattutto, diventerà punto di riferimento per l’Umbria e per tutto il Centro Italia».
Chi è Stefano Bandecchi
«Mi prendo Terni, poi l’Umbria, poi Roma», aveva promesso in campagna elettorale. Il primo obiettivo l’ha raggiunto. E con la proprietà della squadra di calcio cittadina, la Ternana, che milita in Serie B, l’imprenditore è diventato indiscutibilmente il personaggio più influente sul capoluogo umbro. Ma prima della carica elettiva, Bandecchi ha costruito un curriculum così variegato di esperienze che è difficile individuare un filo conduttore. Ed è altrettanto imprevedibile quale sarà la sua prossima mossa per arrivare a «prendersi Roma».
Bandecchi nasce a Livorno nel 1961, ma da molti anni è residente a Roma. Da giovane, ha fatto il servizio militare come paracadutista nella brigata della Folgore, unità aviotrasportata dell’Esercito Italiano. È stato anche in missione in Libano. Prima di diventare «un imprenditore poliedrico», racconta di essere stato un pescatore e di aver lavorato come manovale. Oggi si presenta come «uno dei maggiori contribuenti italiani». Il reddito dichiarato, effettivamente, è pari a 4 milioni di euro. Nel 2006, ha fondato l’Università telematica Niccolò Cusano, della quale ricopre la carica di presidente del Cda. In seguito, ha istituito altre due università all’estero, una nel Regno Unito e una in Francia. Dal 2017, è proprietario della Ternana, di cui ne è il presidente. Una carriera imprenditoriale apparentemente luminosa. Sulla quale, però, ha iniziato a indagare la Guardia di finanza.
L’inchiesta sui fondi di Unicusano
Le Fiamme gialle hanno aperto un fascicolo su una presunta maxi evasione fiscale dell’Unicusano. Dalle carte, si ipotizza che Bandecchi possa aver occultato diversi milioni di euro e che l’ateneo sia diventato il fulcro di investimenti che avrebbero poco a che vedere con le attività universitarie e istituzionali. Coordinati dalla procura di Roma, i finanzieri hanno sequestrato preventivamente beni per oltre 20 milioni di euro all’università. Bandecchi ha parlato della vicenda in diverse occasioni, respingendo ogni accusa. Nel talk show di La7, Piazzapulita, è stato mostrato il parco macchine a disposizione dell’università: auto di lusso, una Rolls Royce da oltre mezzo milione di euro e una Ferrari tra le altre, teoricamente destinate alla rappresentanza dei vertici dell’ateneo.
Ma gli investimenti fatti dall’Università Niccolò Cusano sono sterminati: vanno dalle società di compravendita immobiliare alle aziende per il confezionamento degli alimenti, dai centri benessere al trasporto aereo charter. L’università dispone persino di un elicottero. Per i finanzieri, queste attività hanno «finalità non strumentali alla formazione universitaria». L’Unicusano potrebbe aver goduto di agevolazioni fiscali dedicate agli istituti universitari per reinvestire le proprie entrate in attività imprenditoriali. Circa l’80% del patrimonio, secondo i finanzieri, sarebbe stato reinvestito in attività non legate alla formazione. Nel mirino anche le spese personali dell’imprenditore, per circa 1,9 milioni di euro, contabilizzate invece da Unicusano. Non mancherebbero biglietti aerei e hotel di lusso per viaggi che avrebbero riguardato la gestione della Ternana e non l’università.
La passione per la politica
Gli domandano spesso se è fascista. Ma Bandecchi ha sempre negato qualsiasi vicinanza all’estrema destra: «Mio padre era un camionista comunista, mia mamma una massaia, io oggi mi sento centrista, riformista, radicale e anche un po’ liberale. Alternativa popolare, il partito che ho riportato in vita fondato da Angelino Alfano, è molto democristiano ma pure liberale, repubblicano e per i diritti civili». In passato, ha votato più volte per il Movimento sociale italiano. Poi si è schierato con Silvio Berlusconi, di cui però non ha mai apprezzato la vicinanza a Vladimir Putin. «Alternativa popolare si candida a sostituire Forza Italia, che ha perso il suo appeal. Io oggi mi candido a sostituire Berlusconi. Ho scritto a Berlusconi di togliersi di torno i cattivi consiglieri e di unirsi ad Alternativa popolare», ha dichiarato l’imprenditore.
A livello nazionale, Bandecchi dice di apprezzare molto Giancarlo Giorgetti, «moderato e competente». Su un’eventuale elezione a sindaco, aveva detto: «La prima cosa che farò? Vado in vacanza, sapeste quanto ho camminato, mi fanno male i piedi. No scherzo! Piuttosto metto un telefono rosso in Comune a disposizione di tutte le categorie. Questa città ha bisogno di essere ascoltata. Mamma mia che paura ha la destra di perdere, adesso Giorgia Meloni si ricorda di Terni e arriva Adolfo Urso con un miliardo per l’acciaieria. Arrivano soldi a palate, un milione e mezzo anche per mettere le telecamere. Ma 5 mila famiglie qui hanno il reddito di cittadinanza, quando lo perderanno che succederà?». I legami con Fratelli d’Italia, però, non sono assenti. Anche dal punto di vista della formazione universitaria: «Il ministro Francesco Lollobrigida è un mio laureato, pure molti grillini», ha affermato Bandecchi.
La scalata di Terni
Con i proventi delle sue attività imprenditoriali, sostiene di aver finanziato diversi politici, tra cui il vicepremier Antonio Tajani e Luigi Di Maio. Per le ultime Regionali nel Lazio, aveva donato 10 mila euro al candidato Francesco Rocca. In seguito alla notizia delle indagini a carico di Bandecchi, l’attuale presidente della Regione aveva restituito il finanziamento. Prima di scendere in campo a Terni per ragioni politiche, Bandecchi è diventato tra i volti più noti della città grazie alla presidenza della squadra di calcio. Alcuni tifosi, però, hanno con lui un rapporto non idilliaco: sui muri cittadini sono apparse scritte che apostrofano l’imprenditore come «verme». Lui, sui social, non ha fatto mancare le risposte: «Non vi meritate un ca**o, siete esaltati nei momenti positivi e delle merde inutili in quelli negativi. Collegate il cervello sennò smettete di rompere i coglioni perché la bottiglia che mi avete lanciato oggi ve le rimetterò nel c**o».
Lui stesso, però, ha ridimensionato le polemiche con gli ultras della squadra: «Con i tifosi della Ternana siamo una famiglia fatta di scazzi e slanci. Ci abbracciamo, ci scaldiamo, ci mandiamo aff…». Bandecchi, già prima dell’elezione, aveva mostrato di non avere intenzione di lasciare Terni, che gli ha conferito la cittadinanza onoraria nel 2022, «per aver riportato la Ternana in Serie B e per aver contribuito allo sviluppo economico e sociale della città». Tramite l’Unicusano, avrebbe in progetto la costruzione di un centro benessere nel territorio umbro e di una clinica privata. Se il rapporto con la società di calcio continuerà, Bandecchi potrebbe finanziare la ricostruzione dello stadio della Ternana. Stadio che, dopo il 14esimo posto della Ternana in Serie B, in polemica con i tifosi, ha minacciato di «bruciare». In seguito, ha sdrammatizzato: «Io sono di Livorno, per natura fumantino». Tra le altre iniziative che punta a realizzare nel capoluogo, questa volta nelle vesti di sindaco, c’è «l’assessorato a San Valentino» per trasformare Terni nella «città dell’amore».
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