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Porcikomodi, la storia dei volontari veg che salvano gli animali dai macelli

29 Maggio 2023 - 06:45 Redazione
porcikomodi volontari veg santuario animali
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Il Santuario a nord ovest di Milano. Ci sono anche i cinghiali

Si chiama Porcikomodi, è ampio 55 mila metri quadri e contiene prati, pascoli alberi e cespugli. Si trova nelle campagne di Magnago a nord ovest di Milano. E al suo interno ci sono ospitati 300 animali: è uno dei Santuari degli animali d’Italia. Sulla loro pagina Facebook pubblicano filmati di caprette allattate e le nascite dei porcellini. «Lui è Panino», dice Sara d’Angelo indicando il più piccolo di tutti. «Devo ricordarmi la crema solare per le orecchie. Sennò si bruciano». Nel Santuario, racconta il Corriere della Sera, c’è anche la capra Miriam, nata in Ungheria e destinata al macello in Italia. È arrivata con le quattro zampe rotte. Ora ha legato con un maialino in infermeria: «Ora sono inseparabili, lui è la sua stampella: la sorregge e non la molla un attimo».

Vitadacani

Accanto al santuario c’è invece un canile che si chiama Vitadacani. I volontari si alternano tra le due strutture: sono in totale 14. Sono tutti vegani. Ma anche «antispecisti, antisessisti e antifascisti». «Riteniamo che la gentilezza e un animalismo militante non violento possano pian piano cambiare le cose. Stiamo già raccogliendo alcuni frutti». Ora hanno anche una convenzione con il Comune di Milano che porta qui tutti gli animali sequestrati nel suo territorio. «Quando siamo partiti ci guardavano come fossimo alieni, poi la gente del posto ha imparato a conoscerci, a fidarsi e volerci bene». I costi sono alti: per sfamare una pecora ci vogliono 50 euro al mese, per un maiale 70 e una mucca costa 100 euro. Di queste strutture ce ne sono una ventina al Nord.

I cinghiali

Infine, ci sono anche i cinghiali: «Lui è Peppo; è arrivato nel santuario che era un cucciolo e prendeva il biberon. Se uscisse di qui, gli sparerebbero subito perché va incontro a tutti». Gli animalisti del rifugio hanno presentato anche una petizione per annullare un “Palio dei maiali” a Cilavegno. Per inosservanza delle norme sulla peste suina africana. Alla fine il palio è stato annullato.

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