I voti, lo spray in classe, le note: perché lo studente dell’istituto Alessandrini di Abbiategrasso ha accoltellato la prof
Prima una sostanza maleodorante spruzzata in classe. Poi il tentativo di sabotare la lezione di inglese staccando la spina alla lavagna multimediali. Sarebbero questi i comportamenti che hanno portato lo studente dell’istituto Alessandrini di Abbiategrasso in provincia di Milano a ricevere le sei note sul registro che hanno scatenato la sua furia. E che lo hanno portato ad accoltellare Elisabetta Condò, 51 anni. Che si trova ora in prognosi riservata. Lui, il 16enne che in classe ha portato anche una pistola giocattolo, è ora ricoverato in Neurpsichiatria al San Paolo di Milano. Il ragazzo si è anche autoinflitto dei tagli. «Rischiava il 5 in condotta e il debito in Italiano e Storia», spiegano i compagni che lo descrivono come «un po’ nerd e solitario».
L’aggressione
Secondo la ricostruzione circolata Condò sarebbe stata accoltellata di sorpresa nella scuola di via Luigi Einaudi mentre passava tra i banchi, all’inizio della lezione. Aveva appena superato la fila dove siede lo studente quando il ragazzo ha estratto dallo zaino un pugnale da caccia e la pistola giocattolo prendendola alle spalle. Erano circa le 8.10. Lei è scappata con l’aiuto di altri alunni mentre in aula si scatenava un fuggi-fuggi. Il ragazzo ha minacciato i compagni con la pistola e li ha costretti a uscire dalla classe. Si è seduto in fondo alla classe e ha appoggiato su un banco coltello e pistola. Lì ritrovati e sequestrati. «Ho sentito urlare tutti, mi sono girato e ho visto che brandiva un grosso pugnale, cominciando a colpire la prof da dietro», racconta un compagno di classe. «Alla spalla, al braccio, senza urlare, senza dire niente, non era agitato, sembrava non avere emozioni».
I militari
Invece i due militari intervenuti nella seconda AL dell’Alessandrini, Francesco Stranieri e Marianna Angilecchia del Radiomobile, dicono: «Quando siamo arrivati nella scuola siamo entrati nell’aula con molta prudenza, e indossando i giubbotti antiproiettile perché la segnalazione era per un ragazzo armato di pistola, ma una volta messo piede nella stanza lo abbiamo visto in fondo, seduto, solo, con la testa fra le mani e le armi appoggiate sul banco. Lo abbiamo fatto alzare, gli abbiamo detto di inginocchiarsi e lo abbiamo ammanettato». Il 16enne non ha fornito spiegazioni del gesto. Attendeva la verifica in Storia. Oggi i genitori avrebbero dovuto parlare con gli insegnanti. Il padre è titolare di un’attività commerciale in un paese vicino. Condò è stata sottoposta a un intervento di chirurgia plastica per ricostruire i tendini del braccio lesionati.
L’insegnante
L’insegnante lavora dal 2021 nelle scuole superiori. Il salto lo ha fatto dalle scuole medie. È sposata con un collega che insegna in un liceo di Magenta e madre. Proprio l’annuncio dell’interrogazione in storia è bastato per scatenare il ragazzo. «Arrivo tra 5 minuti», ha risposto alla professoressa. Poi ha frugato nello zaino e ha trovato il coltello e la finta pistola. E ha detto «Mi spiace, ragazzi». Prima di ferire la donna alle spalle. La pistola era una replica di una Colt ad aria compressa. L’alunno aveva già perso un anno. Il 16enne non ha dato alcuna spiegazione del gesto. I carabinieri hanno sentito per tutto il giorno la famiglia (che vive in un paese limitrofo, nell’Abbiatese), compagni, insegnanti e amici, ma nessuno pare si aspettasse un cosa del genere.
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