Tragedia sul Lago Maggiore, aperto un fascicolo per naufragio. La testimonianza: «Grandinava, ne abbiamo tirato uno a bordo che non respirava»
Sono stati i primi a raggiungere la Goduria, la barca da turismo che domenica 28 maggio si è ribaltata nel Lago Maggiore, provocando la morte di 4 persone. Matteo Dellavedova, 32 anni, Samuel Panetti, 33, e Alessandro Crespi, 35, insieme alle loro compagne stavano tornando a riva a causa del maltempo quando hanno notato qualcosa di strano. «Grandinava forte, stavamo rientrando e quando ci siamo avvicinati a Marina di Lisanza abbiamo visto qualcosa in acqua», ha raccontato all’Ansa Dellavedova, di Parabiago, «ci siamo accorti che era una persona aggrappata a un pezzo di legno, e dopo pochi attimi abbiamo visto gli altri». I giovani si sono quindi avvicinati al luogo della tragedia, prestando i primi soccorsi ai naufraghi lanciando in acqua salvagenti, parabordi, e qualunque cosa utile ad aiutare i naufraghi a raggiungere la loro barca. «Abbiamo dato l’allarme», prosegue Matteo, «ma siccome erano troppi abbiamo chiamato un nostro conoscente, vicino di pontile, che che avevamo appena superato perché aveva un problema a un motore, e abbiamo fatto salire a bordo i primi quattro. non sarebbero riusciti ad arrivare a riva da soli, erano vestiti, a peso morto, abbiamo dovuto issarli uno ad uno. Poi uno di loro mi ha detto di aver visto due persone morte in acqua». Ma non solo. In quei momenti concitati, tirano su a peso morto anche un’altra persona, che non respirava più: «lo ho strattonato, lo abbiamo girato su un fianco, la grandine gli arrivava in faccia, ha rimesso, poi ha respirato». Intanto la Procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo di indagine esplorativo contro ignoti per naufragio. Nel pomeriggio, è stato ascoltato dagli inquirenti Claudio Carminati, 53 anni, skipper dell’imbarcazione rovesciata. Nell’incidente, è morta anche la compagna oltre a tre agenti dell’intelligence, due italiani e un israeliano.
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