Giulia Tramontano, i deliri di Impagnatiello sull’omicidio: «Si era fatta dei tagli, l’ho uccisa per non farla soffrire»
Sono ancora molti, troppi, i dettagli da chiarire sull’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne di Senago il cui corpo è stato trovato nella notte tra mercoledì e giovedì in un’intercapedine tra alcuni box di via Monte Rosa, nella stessa cittadina alle porte di Milano. Il fidanzato della giovane, incinta di sette mesi, ha confessato dopo 72 ore di sospetti crescenti sulle sue responsabilità. Ma sui tempi e modi dell’esecuzione del suo piano criminale ha fornito sin qui agli inquirenti indicazioni in parte contrastanti. L’ultima novità rispetto a quanto sin qui ipotizzato dagli investigatori emerge dal verbale di confessione di Alessandro Impagnatiello e riguarda la macabra gestione del cadavere della fidanzata da parte del barman una volta finita la donna a coltellate, la sera di sabato 27 maggio. Impagnatiello, secondo quanto emerge dal verbale, ha detto a chi lo ha interrogato di aver tenuto nascosto il corpo di Giulia dapprima in un box, dove avrebbe tentato di bruciarlo con della benzina, poi in una cantina e infine nel bagagliaio della sua auto. Lo spostamento del corpo della povera ragazza nel luogo dove poi è stato ritrovato, su indicazione dello stesso Impagnatiello, sarebbe avvenuto soltanto nella notte tra martedì e mercoledì, precisamente «intorno alle ore 2.30 di mercoledì, quando decido di gettarlo in quel posto che già conoscevo». Dichiarazioni su cui gli inquirenti dovranno fare ogni verifica e approfondimento del caso.
Perché ha ucciso la fidanzata
Sconcertanti sono anche le frasi rilasciate da Impagnatiello sui motivi che lo avrebbero spinto all’atto criminale. Un rovesciamento delle responsabilità in piena regola. Ecco la sua ricostruzione di come si sarebbe svolto il drammatico accoltellamento quella sera nella villetta di Senago, poche ore dopo il colloquio rivelatore tra Giulia Tramontano e l’amante dell’uomo. «Mentre veniva verso la sala con il coltello che stava usando per i pomodori, ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia, mi diceva che non voleva più vivere». Secondo il racconto del barman, la giovane «si era già inferta qualche colpo all’altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all’altezza del collo». Deliri post-omicidi o razionale linea difensiva che siano, anche queste dichiarazioni sono al vaglio degli inquirenti che hanno disposto il fermo dell’uomo, accusato di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e aborto procurato. Nelle scorse ore il suo avvocato Sebastiano Sartori ha detto che Impagnatiello «è come se stesse piano piano uscendo da un’allucinazione, da una situazione di cui ha iniziato probabilmente a rendersi conto solo ieri sera».
Un bugiardo «manipolatore»
Nella richiesta al gip di convalida dell’arresto, i pm di Milano sostengono che Impagnatiello ha dimostrato una «spiccata capacità manipolatoria e ingannatrice». Il barista 30enne è accusato di omicidio volontario aggravato non solo dalla premeditazione, ma anche dai «futili motivi» e dalla «crudeltà», oltre che di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Sono diversi punti che con tornano secondo gli inquirenti dal racconto di Impagnatiello. A cominciare dalla sua versione dopo la scomparsa della fidanzata. Le telecamere di sicurezza lo hanno invece ripreso verso le 7 di domenica scorsa, 28 maggio, mentre lascia casa sua con «due involucri» con all’interno «materiale compatibile con un un mucchio di vestiti».
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