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Ue, via libera al piano munizioni “Asap”. Il Pd si spacca e il centrodestra non esclude l’impiego dei fondi Pnrr per le armi

01 Giugno 2023 - 13:28 Felice Florio
Le plenaria del Parlamento europeo ha approvato il mandato negoziale per rafforzare la produzione di armamenti: 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astensioni

Nessun emendamento al mandato negoziale dell’Eurocamera è stato approvato. Nemmeno quelli annunciati ieri, 31 maggio, da Elly Schlein e che il gruppo dei Socialisti e democratici, effettivamente, ha presentato. Le forze di centrosinistra, che comunque hanno sostenuto il voto in plenaria sul regolamento per rafforzare e accelerare la produzione di munizione nell’Unione europea, chiedevano di non utilizzare i fondi del Pnrr e della politica di coesione per finanziare le armi. Prima della votazione, il capogruppo del Partito democratico all’Europarlamento, Brando Benifei, aveva dichiarato: «Spero che le forze politiche della destra italiana decidano di supportare i nostri emendamenti, se non lo faranno la battaglia si sposterà in Italia e in seno al Consiglio per impedire che il governo e i Paesi membri usino i fondi destinati a obiettivi sociali e ambientali per questa finalità, per noi non sarebbe accettabile». Così non è stato: i partiti che sostengono l’esecutivo Meloni hanno deciso di non escludere Pnrr e fondi di coesione sebbene nelle scorse settimane il governo avesse fatto sapere che l’Italia non intende cambiare la destinazione dei finanziamenti che riceverà. «Smentendo quanto fatto trapelare da Palazzo Chigi, la destra italiana ha scelto di non supportare i nostri emendamenti: confusione o malafede? Il governo chiarisca immediatamente», ha twittato Benifei.

Le proteste di M5s e Avs

Ancora più forti le dichiarazioni di Movimento 5 stelle e Alleanza verdi sinistra che, a differenza del Pd, avevano una posizione contraria non solo alla distrazione delle risorse del Pnrr per fabbricare armi, ma in generale, si oppongono a un incremento della produzione. La capogruppo grillina in Europa, Tiziana Beghin, ha dichiarato: «Scegliere di finanziare l’economia bellica rappresenta un vero e proprio schiaffo al processo diplomatico. Oggi ci allontaniamo ancora di più dal cessate il fuoco». Durante il flash mob organizzato da Avs davanti a Montecitorio, Nicola Fratoianni ha rimproverato ai Dem una certa ambiguità sulla questione. «Non si può essere contrari e votare a favore. Ci sono cose che in politica sono più semplici di quanto si possa immaginare». E ha aggiunto: «La guerra cancella la transizione ecologica, cancella l’idea di un’Europa che investa le sue risorse in nome di una generazione futura. In quel documento è prevista la possibilità di derogare le norme sulla sicurezza sul lavoro, gli orari di lavoro, in nome della produzione dei nuovi armamenti». Una spesa militare che non si ferma più, contro la quale ci schieriamo in modo netto». Per Angelo Bonelli, «l’Italia ha bisogno di cura, per riparare le ferite sociali e ambientali. È immorale destinare fondi del Pnrr alla produzione di armamenti». Ancora, Elisabetta Piccolotti: «Il Next Generation EU doveva essere un programma per il futuro, per la ripartenza dopo la pandemia. Invece, lo stanno trasformando in un Next Generation boom».

La spaccatura nel gruppo Pd e l’iter di approvazione dell’Asap

Il Pd europeo, dopo la bocciatura dei suoi emendamenti, si è spaccato in sede di voto. La maggioranza della delegazione ha votato comunque a favore, 10 voti a favore. In quattro, invece, si sono astenuti: Piero Bartolo, Camilla Laureti, Franco Roberti e Achille Variati. L’unico voto contrario è arrivato da Massimiliano Smeriglio, che è membro del gruppo dei socialisti ed è stato eletto nelle file del Pd, ma non è iscritto al partito e fa parte della delegazione da indipendente. Ad ogni modo, il provvedimento è stato approvato con 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astensioni. Il progetto di legge, ribattezzato Asap, ovvero Act in Support of Ammunition Production, potrebbe ricevere il via libera definitiva nella plenaria di Strasburgo prevista a luglio. In una nota stampa dell’agenzia media del Parlamento europeo, si legge che il provvedimento «mira a potenziare la capacità di produzione di munizioni e missili e permettere la loro consegna tempestiva all’Ucraina, oltre ad aiutare i Paesi dell’Unione europea a rifornire i propri arsenali”. Come? «Grazie all’introduzione di misure specifiche, tra cui un finanziamento di 500 milioni di euro, Asap mira a potenziare la capacità produttiva dell’Unione Europea per far fronte all’attuale carenza di munizioni, missili e loro componenti». Una valutazione dell’efficacia del regolamento sarà eseguita entro la metà del 2024. Solo allora si deciderà se estendere le misure e assegnare un bilancio supplementare. Ma prima, il provvedimento dovrà incassare un’approvazione definitiva: gli eurodeputati, adesso, dovranno svolgere i negoziati in siede di trilogo, con Consiglio e Commissione.

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