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Corte dei Conti e Pnrr, il governo alza la voce con la Commissione Ue: «Alimenta polemiche strumentali»

02 Giugno 2023 - 21:38 Redazione
La risposta piccata di Palazzo Chigi sulla questione dello scudo erariale: «È rimasto in vigore per tre anni, ci auguriamo non cambi la linea Ue ora che c'è un governo di colore diverso». Poi arriva il chiarimento di Bruxelles

La polemica sul ruolo della Corte dei Conti riguardo al Pnrr continua a tenere banco. Anzi sale di livello. Oltre a quello con le opposizioni, il governo si scontra anche con l’Unione europea. Nei giorni scorsi le forze di maggioranza dell’esecutivo di Giorgia Meloni hanno dato il primo via libera in commissione al decreto Pa, che include un emendamento destinato a limitare il controllo concomitante della Corte dei conti sull’attuazione del Pnrr. Oggi 2 giugno è stato un portavoce della Commissione europea a esprimersi sulla vicenda, dicendo che Bruxelles monitorerà «con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge» e invitando il governo italiano a «garantire controlli efficaci». A rispondere piccato è direttamente Palazzo Chigi, con una lunga nota diffusa in serata e divisa in otto punti. Per quanto riguarda la necessità dei controlli, il primo punto elencato dalla presidenza del Consiglio, il governo italiano si dice d’accordo con quanto affermato dal portavoce Ue. Su altre questioni, la nota contiene toni decisamente più polemici.

Il «pregiudizio non informato» della Commissione Ue

Nel secondo punto, dedicato al «pregiudizio non informato», Palazzo Chigi scrive: «Il portavoce afferma che la “Commissione europea non commenta i progetti di legge”, ma subito dopo – senza alcun approfondimento di merito – lo stesso portavoce della Commissione fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà». A questo riguardo, la presidenza del Consiglio assicura che la norma proposta dal governo non modificherà in alcun modo quanto concordato tra Commissione Ue e governo italiano nel 2021. In merito ai controlli della Corte dei conti sul Pnrr, la nota sottolinea che già una legge del governo Draghi affida «alla Corte dei conti il controllo sui fondi Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante».

La questione dello scudo erariale

Un altro passaggio polemico è quello contenuto nel quinto punto, dedicato allo scudo erariale per funzionari e dirigenti pubblici. In questo caso, fa notare Palazzo Chigi, la norma è in vigore già da tempo e non è mai stata oggetto di osservazioni da parte della Commissione. Ora il governo Meloni ne ha semplicemente prorogato l’efficacia per altri 12 mesi. «Questa disciplina è rimasta in vigore per tre anni con due diversi governi, senza aver provocato alcun rilievo. Siamo certi che la linea della Commissione non cambierà di fronte alla proroga di un altro anno decisa da un governo di diverso segno politico», si legge nella nota della presidenza del Consiglio.

L’appoggio dei costituzionalisti

Infine, Palazzo Chigi tenta di smorzare le polemiche. In primo luogo, facendo sapere che all’incontro di ieri tra governo e Corte dei conti «è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr». Dopodiché, la presidenza del Consiglio si fa forza dell’appoggio ricevuto da «illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio», che nelle scorse ore hanno escluso che l’intervento del parlamento vada contro la Costituzione.

La Commissione Ue chiarisce

«È sorta una confusione in relazione alla mia risposta a una domanda sul progetto di legge relativo alla Corte dei Conti italiana: ho detto che le autorità italiane hanno creato un’istituzione specifica per controllare l’uso dei fondi del Pnrr», chiarisce poi il portavoce della Commissione Europea Eric Mamer parlando all’Ansa. «E che – conclude – la Commissione continuerà ad occuparsi di questo aspetto, dato che è stato concordato con le autorità italiane».

Credits foto: ANSA | La premier Giorgia Meloni al summit Epc a Bulboaca, in Moldavia (1 giugno 2023)

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