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Francia, il rapporto della commissione parlamentare che imbarazza Marine Le Pen: «È la cinghia di trasmissione della propaganda russa in Europa»

02 Giugno 2023 - 18:00 Redazione
marine le pen
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La leader del Rassemblement National minimizza e definisce il documento «disonesto e totalmente politicizzato»

Tra Marine Le Pen, leader del partito francese di estrema destra Rassemblement National, e la Russia ci sarebbe un «rapporto privilegiato». A ipotizzarlo è la commissione parlamentare d’inchiesta francese sulle interferenze straniere, che ha votato a favore del rapporto presentato dalla deputata macronista Constance Le Grip. Nel documento, Le Pen viene definita la «cinghia di trasmissione» in Europa della propaganda ufficiale del governo russo. A dimostrazione di ciò, il rapporto aggiunge: «Ad ogni crisi geopolitica provocata dalla Russia, il Front National e poi il Rassemblement National hanno assicurato a Putin il loro sostegno. […] Quando la Russia ha annesso illegalmente la Crimea nel marzo 2014, Marine Le Pen ha appoggiato la linea ufficiale di Mosca». Non è la prima volta che la leader dell’estrema destra francese viene accusata di essere troppo indulgente, se non addirittura accomodante, con il Cremlino.

Nei giorni successivi alla conclusione delle commissione parlamentare d’inchiesta, sui media francesi sono comparse alcune dichiarazioni fatte da Le Pen negli anni scorsi. In particolare, quando disse che «la Crimea è ed è sempre stata russa». In sua difesa, la leader del Rassemblement National ha definito il rapporto «disonesto e totalmente politicizzato», mentre alcuni deputati del suo partito hanno parlato di «documento irrilevante». Le Pen ha poi rievocato alcune dichiarazioni di suoi avversari politici in difesa della Russia, a dimostrazione del fatto che nel suo comportamento non ci sarebbe niente di anomalo. In realtà, il Rassemblement National è il partito che più è stato accusato di «filo-putinismo» negli ultimi anni. Dopo l’invasione dell’Ucraina, i suoi eurodeputati si sono astenuti dal sostenere l’istituzione di un tribunale per i crimini di guerra compiuti dai russi contro Kiev.

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