California, passante scopre per caso il dente di un mastodonte sulla spiaggia: ha un milione di anni
Un dente mastodontico, e non per modo di dire: è quello in cui si è imbattuta una passante che stava camminando lungo una spiaggia californiana. E che, nel bel mezzo della passeggiata, ha notato qualcosa di insolito che sbucava dalla sabbia: un fossile lungo una trentina di centimetri, che si è scoperto essere nient’altro che un pezzo della dentatura dell’animale Proboscidato primitivo vissuto nel Pliocene e Pleistocene. «Sembrava un po’ strano, quasi bruciato», ha raccontato Jennifer Schuh, descrivendo il reperto archeologico dal colore scuro. All’inizio, non era sicura di cosa fosse, così ha scattato alcune foto e le ha pubblicate su Facebook, chiedendo aiuto. La risposta, racconta il Guardian, è arrivata da Wayne Thompson, consulente per le collezioni di paleontologia per il Museo di storia naturale di Santa Cruz. Il quale ha stabilito che l’oggetto in questione era un molare consumato di un mastodonte adulto del Pacifico, una specie estinta simile a un elefante.
Il ritrovamento
L’importanza della scoperta è stata subito evidente agli occhi dell’esperto, che ha immediatamente chiamato la donna per chiederle di recarsi insieme sul posto. Ma ritrovare il dente non è stato così semplice: una volta raggiunto il tratto di spiaggia, sembrava sparito. Così è stato lanciato un appello social, rilanciato dai media. Fino a che un uomo che faceva regolarmente jogging lungo quel tratto di costa, Jim Smith, non ha chiamato il Museo di storia naturale di Santa Cruz annunciando di aver ritrovato il fossile, e lo ha successivamente donato al museo. «Possiamo tranquillamente affermare che questo esemplare avrà meno di 1 milione di anni, che è relativamente ‘nuovo’ per gli standard fossili», ha spiegato Liz Broughton, responsabile dei servizi ai visitatori del museo. «Siamo entusiasti di questa clamorosa scoperta e delle implicazioni che ha per comprendere la vita antica nella nostra regione», ha aggiunto il direttore esecutivo del museo.
Foto copertina: Guardian