Sabotaggio del Nord Stream, i sospetti degli inquirenti su un soldato ucraino: «Il Dna sullo yacht punta verso di lui»
Un altro indagato si aggiunge alla lista dei sospetti sabotatori del gasdotto Nord Stream 2 del 26 settembre 2022. Si tratta di un militare ucraino 26enne. Il Dna di suo figlio è estremamente simile a quello trovato sullo yacht Andromeda assieme alle tracce di esplosivo. Gli inquirenti si stanno concentrando sull’imbarcazione salpata dal piccolo porto tedesco dell’isola di Ruegen poche ore prima dell’esplosione che ha colpito il gasdotto nel Mar Baltico. Il soldato sarebbe uno dei membri dell’equipaggio che senza proferir parola aveva pagato per il prezzo dell’ormeggio a un operatore portuale tedesco in piena notte. Lui aveva provato a rivolgersi all’equipaggio anche in inglese, senza ottenere risposta. Secondo gli indizi raccolti finora, proprio a Ruegen sarebbe stato caricato l’esplosivo che i sommozzatori presenti nell’equipaggio avrebbero poi piazzato sulle tubature. Il 26enne ucraino viaggiava con un falso passaporto romeno.
Il test che combacia
Gli inquirenti della Bka (la polizia federale criminale tedesca) il 25 maggio ha perquisito l’appartamento dell’ex compagna del 26enne. Chiedendo e ottenendo dalla donna il Dna del figlio per effettuare il confronto. Tuttavia – riporta la Repubblica – quella del soldato ucraino, che potrebbe aver agito dietro l’approvazione di funzionari governativi ucraini, ma potenzialmente all’oscuro del presidente Volodymyr Zelensky, non è l’unica pista che si segue. Gli inquirenti si concentrano anche su una finta agenzia viaggi polacca da cui, ad agosto, era arrivata la richiesta di ormeggiare l’Andromeda.
L’agenzia di viaggi polacca
La Feeria Lwowa ha tutti gli aspetti di una società fasulla, ma ha una presidente: un 55enne di Kiev che ha ammesso di esserlo. Rimangono però dubbi sull’effettiva capacità del piccolo equipaggio dello yacht di aver piazzato 500 chili di esplosivo a 70 metri di profondità. Così come non tornano le dichiarazioni dei parenti del 26enne indiziato ucraino, che si troverebbe nel Paese invaso dall’inizio della guerra. Potrebbe anche trattarsi di una false flag, un insieme di prove artefatte per incastrare l’Ucraina. Quel che è certo è che il Nord Stream 2, a Kiev non piaceva. Ma non c’era pericolo entrasse in funzione, dato che il cancelliere tedesco Olaf Scholz ne aveva congelato la messa in funzione in risposta all’invasione da parte della Russia.
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