Il giallo dello studente spagnolo in Erasmus morto a Bari dopo una festa, la madre: «Gli amici dicono di non ricordare: da genitori capirete cosa provo»
Lola Simon Martin, la madre di Mateo, il ragazzo spagnolo investito a Bari mentre vagava a piedi nella notte sulla Statale 100, ha affidato ai social un lungo testo in cui sfoga tutto il suo dolore, e la desolazione di non aver mai ricevuto chiare spiegazioni su quanto accaduto. «Oggi è il 4 giugno, esattamente quattro mesi fa, ho ricevuto una chiamata dal consolato di Napoli alle 9:40 del mattino: “Signora, devo darle una brutta notizia, si sieda per favore: suo figlio Mateo è morto”. Vivo al primo piano e il mio grido si è sentito dalla strada. Sono passati quattro mesi senza sosta per cercare di capire cosa è successo quella notte», scrive la donna. Che prosegue: «Mateo era a una festa Erasmus organizzata dall’ESN di Bari. Non c’erano molte persone, circa 180, molte delle quali spagnole. Non sappiamo ancora il perché ma ha abbandonato quella festa, era da solo? Accompagnato? Non lo so. Ha camminato verso Casamassima lungo quella strada dove è stato investito. Alloggiava a Bari, erano arrivati alla festa in autobus, che ci faceva lì?? Nessun messaggio a nessuno che abbia lasciato la festa, niente sul cellulare. Nemmeno consulto di Google maps, niente…».
I tanti non ricordo
Troppe linee d’ombra che impediscono di accettare il drammatico avvenimento: «Ad oggi nessuno mi ha detto che si sta indagando su cosa ci faceva quel ragazzo sulla strada, e sono già passati quattro mesi dall’evento. Ho ottenuto delle foto, grazie a loro ho potuto sapere che i gruppi tra cui Mateo si è mosso quella notte erano di spagnoli. Ho inviato messaggi e parlato con la maggior parte di loro. La conclusione di tutte le conversazioni è sempre la stessa: nessun ricordo di quella notte. Ma un po’ di qui, un po’ di là, il cerchio si stringe. Tutti vogliono voltare pagina. Ma no, noi non vogliamo, né possiamo dimenticare quella notte». Lola Simon Martin promette: «Nessuno l’ha visto uscire dalla festa, non ci credo. Quindi non mi fermerò. So che nessuno me lo restituirà, ma tutta questa storia è troppo oscura e la mia mente deve sapere – conclude la madre di Mateo – Un giorno tutte quelle persone che c’erano alla festa e si sono legate a lui, in un modo o nell’altro, saranno padri e madri e quel giorno, come se fosse un flash, ricorderanno quella notte, proveranno per un secondo quello che provo e allora mi capiranno».
Foto copertina: Pagina Facebook di Lola Simon Martin
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