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Palermo, truffa con i fondi europei per le finte manutenzioni in una scuola: 3 imprenditori ai domiciliari

05 Giugno 2023 - 13:05 Redazione
Sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sequestrati anche 140mila euro

Dovevano eseguire dei lavori di manutenzione all’istituto Alessandro Volta di Palermo, utilizzando fondi europei, ma gli interventi sono rimasti solo sulla carta, mettendo in pericolo l’incolumità e la sicurezza degli studenti. Ed è per questo motivo che per tre imprenditori edili sono scattati gli arresti domiciliari. A contestare la mancata realizzazione dei lavori sono stati i procuratori europei Gery Ferrara e Amelia Luise, delegati dell’European Public Prosecutor’s Office, su indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Palermo. I tre imprenditori, Antonino Falcone, Emanuele Capizello e Gioacchino Gabriele Falcone, sono accusati del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Oltre agli arresti domiciliari il Gip ha dato ordine ai carabinieri di sequestrare circa 140 mila euro, quale quantificazione preliminare dell’illecito profitto.

Le indagini

Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre imprenditori avrebbero svolto lavori di manutenzione e ristrutturazione utilizzando il metodo dei «subappalti a cascata» e delle fatturazioni false. Con questo metodo i tre imprenditori “guadagnavano” grazie al mancato (o parziale) utilizzo del materiale da utilizzare nei lavori di manutenzione, così come sui pagamenti degli operai, rispetto a quanto contabilizzato. Come spiegato in una nota dei carabinieri, i tre imprenditori, utilizzando i meccanismi dei subappalti a cascata e le fatturazioni false, avrebbero percepito «attraverso il risparmio o il mancato utilizzo di materiale, ovvero la mancata o incompleta realizzazione delle opere contabilizzate, ingiusti profitti in danno del buon esito di progetti di ristrutturazione dell’edilizia scolastica finanziati dall’Unione Europea, della sicurezza tecnico-strutturale delle opere stesse nonché quella dei loro fruitori».

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