Diga di Kakhovka, il racconto del capitano ucraino: «I russi l’hanno fatta saltare, poi sono stati spazzati via dall’acqua»
L’Ucraina non ha dubbi: a far saltare in aria la diga di Nova Khakovka, nella notte di martedì, sono state deliberatamente le forze russe, nell’intento di frenare la controffensiva di Kiev. Lo ha ribadito a chiare lettere questa mattina il capo dell’ufficio presidenziale Mykhailo Podolyak, non senza una nota polemica verso i media internazionali giudicati troppo cauti e verso il patron di Twitter Elon Musk. E lo continuano a ribadire fonti ucraine di ogni livello. Una tra queste, il capitano del battaglione di stanza proprio nella zona interessata sul fiume Dnipro, ha confermato la tesi corroborandola con una testimonianza diretta inquietante. Parlando con la Cnn, Andrei Pidlisnyi ha detto che lui e suoi uomini, nelle prime ore di martedì, hanno visto soldati russi letteralmente portati via dall’acqua, sull’altra sponda del fiume, subito dopo il collasso della diga. «Nessuno dal lato russo ha potuto sfuggirvi. Tutti i reggimenti che i russi avevano da quel lato sono stati inondati», ha testimoniato Pidlisnyi, secondo il quale la massa d’acqua ha causato perdite ingenti tra le fila dell’esercito nemico. Per il capitano ucraino, non ci sono dubbi su come i fatti si siano svolti: «Attorno alle 3 di notte, il nemico ha fatto saltare in ario la centrale idroelettrica di Kakhovka al fine di far salire il livello dell’acqua, così da allagare la riva sinistra del Dnipro e tutti i villaggi della zona, e da rendere impossibile l’avanzata delle forze armate ucraine».
Boomerang strategico?
Il collasso della diga ha già inondato decine di villaggi e la città di Cherson, occupata dai russi, e promette di avere un impatto ecologico devastante, con decine di migliaia di ettari di terra inondati soltanto nella zona controllata dagli ucraini. Ed è probabile che avrà l’effetto di rallentare le operazioni della controffensiva ucraina nel quadrante meridionale – al di là delle smentite di Kiev. Ma potrebbe finire per nuocere anche alle stesse postazioni russe. Secondo la viceministra alla Difesa di Kiev Hanna Maliar, anzi, con il collasso della diga «i russi hanno inferto maggior danni a se stessi e alle loro forze armate». Un altro dei problemi che si sta presentando, come conferma l’ong del settore CARE, riguarda oltre tutto le mine anti-uomo, presenti in gran numero nella zona e che ora con ogni probabilità, dopo l’inondazione-monstre, fluiscono con l’acqua in direzioni ignote, ponendo un rischio enorme. «La situazione è assolutamente fuori controllo al momento», conferma la ministra.
Le cause del collasso
Esperti indipendenti citati dal New York Times, analizzando le immagini della diga danneggiata, ritengono che la causa più probabile del collasso sia un’esplosione deliberata avvenuto all’interno della diga stessa, che è sotto controllo dei russi sin dalle primes settimane di guerra. Per venire a capo di quanto accaduto, dopo l’infruttuosa riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di ieri sera, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha proposto tanto a Putin quanto a Zelensky – in due chiamate separate svoltesi oggi – di istituire una commissione internazionale d’indagine. Ribadite le reciproche accuse, non risulta sinora che alcuno dei due leader abbia dato cenni di assenso alla proposta del leader turco appena rieletto.
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